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Consigliere straniero aggiunto: senza diritto di voto ma pagati

Sono eletti solo dalla comunità degli extracomunitari di Perugia, non hanno diritto di voto, sono poco presenti e non prendono iniziative in Consiglio comunale: ma possono ricevere fino a 122 euro a seduta. Ma sono intoccabili

Chissà se anche loro finiranno nel capitolo della casta politica italiana, anche se in salsa minore. Comunque andrà anche i consiglieri comunali stranieri di Perugia aggiunti – formula per dire che non sono eletti secondo le regole nazionali, ma sulla base di una elezione interna alla comunità straniera che non gli dà praticamente nessun diritto – ricevono un gettone di presenza per partecipare al consiglio comunale.

Il regolamento del capoluogo prevede l’elezione di soli due membri ai quali riconosce fino ad massimo a consiglio di 122 euro. Non male per essere un rimborso e per non rappresentare una comunità che legalmente  non ha nessun diritto al voto secondo il gioco democratico del Paese. Teoricamente, con l’applicazione massima, alle casse pubbliche costerebbero i due rappresentanti qualcosa come 11mila 712mila euro (praticamente sei mila euro a testa). Per prendere i denari basta una autocertificazione delle spese sostenute per partecipare al consiglio comunale.

Per fortuna i consiglieri aggiunti stranieri – non hanno prodotto nessun atto ufficiale e non hanno preso mai parola – non sono smaliziati: e così il costo a volte diminuisce vuoi per le spese non gonfiate e per le poche presenze. Prendiamo l’esempio dell’ultimo pagamento effettuato al consigliere Lidiya Shemshur: per le presenze di ottobre, novembre e dicembre ha richiesto 340 euro ma avendo partecipato ad otto sedute poteva chiedere fino a 800 euro.

Ma il punto è un altro: ha senso tutto questo? Che benefici porta alle comunità straniere? Può chi non eletto dal popolo e quindi senza diritto di voto in consiglio comunale e senza la minima responsabilità civile e penale essere pagato con i soldi di tutti? Per quanto si possa parlare male degli altri consiglieri comunali ufficiali, loro devono rispondere alla Corte dei Conti se approvano una delibera magari sballata dai tecnici....e nelle città non capoluogo prendono un gettone inferiore ai 50 euro a seduta.

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