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Speciale primarie Pd "Umbria" - I dietro le quinte: quei 20mila elettori da interpretare e quei comuni con più preferenze che voti PD

Ventimila umbri (più una carovana di Indiani dell'India approdata alle urne nel ternano come denunciato da diversi esponenti del Pd) sono la dimostrazione che l'ex partitone umbro non è finito dato che può contare su un popolo di volontari, politici e aspiranti tali che vogliono ritornare al governo delle città, della regione e del Paese. Ventimila umbri che poi hanno ancora la forza di votare due candidati segretari non certo di primo pelo, ma di lunghissimo corso, è un altro aspetto positivo per il Pd dato che dimostra che il suo zoccolo duro pur di uscire dalle sabbie mobili è disposto anche a votare la restaurazione dopo la rottamazione. Ventimila elettori alle primarie del Pd sono una manna perchè, dall'apertura delle urne, si temeva di scendere sotto il 15mila (una debacle) ma così non è stato. 

Ma 20mila umbri, c'è da dire il vero però, non possono essere motivo di festeggiamenti modello "notti mondiali" per l'ex Partitone di casa nostra. A livello elettorale, prendendo i dati elettorali del 2018, equivalgono alla percentuale del 3,8 per cento dell'interno corpo del partito. Basti pensare che con 5mila voti in più Fratelli d'Italia si è attestata intorno al 5 per cento. Messo così il dato non è certamente esaltante in prospettiva delle prossime amministrative di maggio 2018 e delle Regionali 2019. Politicamente è una soglia di ripartenza che dovrà essere moltiplicata più volte per tornare all'antico splendore. E qui inizia il compito di Bocci-Marini nel rigenerare i pescatori di voto dispersi in tutti i territori. Quello che non è stato fatto negli ultimi anni, dovranno farlo ora in piena crisi dei partiti tradizionali (loro e Forza Italia). 

E ancora: ventimila umbri, sono tanti, ma non possono essere sbandierati come il successo di queste primarie - molto ma molto meno seguite rispetto al passato dai media e dagli elettori stessi - facendo addirittura il raffronto con quelle del 2014 - il Pd al 40% - che portarono alla elezione di Giacomo Leonelli. A quel tempo votarono in 14mila. E tutti ad esultare per i quasi seimila in più. Ma suvvia un po' di onestà intellettuale dovrebbe valere ancheper  giornalisti e politici. Nel 2014 - con il Pd a gonfie vele - le urne furono magre per due motivi, Il primo: alle primarie per il segretario regionale si fece una prima votazione riservata ai soli iscritti, ai militanti con tessera. Usci fuori un risultato bulgaro, difficile da ribaltare, anche ad urne aperte a tutti i simpatizzanti, senza tessera, L'attuale consigliere regionale Giacomo Leonelli aveva il 40 per cento in più dei consentsi rispetto a Fancelli (sinistra Pd) e Yuri Cerasini. Non c'era competizione, non c'erano personaggi rivoluzionari. Tutto appariva molto scontato e così in molti decisero di risparmiare i due euro. Questa è la realtà. Festeggiare sì, va bene, ma con cautela. Il Pd ha conquistato il minimo dei risultati, da ora in avanti bisogna riconquistare quell'elettorato fludi e mobile e peggio ancora mutevole. 

Ps: Tutti questi 20mila elettori sono veramente del Pd? La domanda è legittima se prendiamo alcuni comuni dove si p votato. A Preci Bocci ha preso più preferenze che voti del Pd alle elezioni nazionali 2018. Grosso modo questo è accaduto anche a Cascia, a Valtopina e Guardea.. Pezzi di sinistra e centro sono venuti in soccorso di questo o quel candidato per prospettive  ìelettorali da coalizione,  Resteranno questi voti al Pd  o sono personali...?

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