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Centrosinistra, il Psi non si svende: "In Umbria con il nostro simbolo e autonomi... niente fusione"

L'assemblea straordinaria si terrà a Roma a metà marzo. L'Umbria invierà 50 delegati. Il futuro del partito a Perugia e quello a livello azionale in vista delle elezioni per il rinnovo delle Cam

Che fine farà il partito socialista italiano che in Umbria ha ancora sedi, oltre 1500 tesserati, sindaci, assessori e un gruppo regionale e un assessore regionale ai trasporti? Si onfluirà tutti nel partito democratico come già fatto da una componente sia a livello nazionale? Oppure si punterà ad un accordo di listone con altre componenti di centrosinistra in vista delle elezioni nazionali (del 2017 o del 2018). O si tiene alto il vessillo dei socialisti sperando in un ritorno forte di "garofono"?

A queste domande solo in parte ha dato risposta sia il capogruppo regionale Silvano Rometti xcxheil segretario nazionale del partito Riccardo Nencini - ospite a Perugia - che comunque hanno ribadito l'alleanza con il Pd (renziano) e la neccessità anche di ridare vita ad una coalizione di centrosinistra. A livello regionale il simbolo resterà, le liste in ogni paese possibile: "Il nostro obiettivo è mantenere in vita l’organizzazione in questa regione e contribuire al governo delle amministrazioni locali nel centrosinistra, con la nostra posizione identitaria e autonoma”. A livello nazionale la partita è tutta aperta dato che si spera di ottenere una pattuglia alla Camera.  Durante l’incontro di Perugia, si sono quindi affrontati i temi, di carattere nazionale e internazionale, contenuti nel documento congressuale. Già dalla prossima settimana, le proposte dei socialisti per il governo del Paese saranno anche oggetto di pubblica consultazione, con l’invito aperto a tutti di inviare consigli e pareri. ‘La sinistra che vorrei’ sarà, infatti, lo slogan e il filo conduttore del prossimo congresso. La nostra indicazione – ha detto – va a una legge che rafforzi la possibilità di costruire coalizioni coese di governo. La migliore, in questo senso, è il Mattarellum o, in alternativa, una legge che consegni a una coalizione e non a un solo partito il premio di maggioranza al 40 per cento”.

Infine, il segretario nazionale si è espresso sull’Europa: “Quella che conosciamo va malissimo. Se rimane così, è destinata a non svolgere nessun ruolo nelle relazioni internazionali. Bisogna cambiarla modificando il trattato di Dublino sulle ondate migratorie, perché ciascuno abbia la sua parte e le sua responsabilità. Servono, poi, un ministro del tesoro unico e, soprattutto, gli Eurobond per investire di più nelle politiche del lavoro e dell’occupazione”.

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