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Bilancio, Paparelli: "Umbria con rating migliore dello Stato". Carbonari: "Scarsa trasparenza: tante criticità"

I punti di forza dei conti e delle strategie umbre adottate dalla Regione secondo il Presidente Paparelli. I dubbi su organizzazione, trasparenza e trasporti secondo la relazione di opposizione redatta dalla 5 Stelle Carbonari


Un consiglio regionale, quello di oggi sul rendiconto finanziario del bilancio 2018, che assomigliava molto ad una sorta di testamento politico da tramandare ai posteri. Le parole più ripetute dagli esponenti della Giunta, ora Paparelli un tempo Marini, sono state "lasciamo un ente sano, senza debiti". L'inchiesta Consorsopoli sembra aver delemitato il vecchio corso da quello nuovo. Ma le urne sono previste per novembre ed è quindi ancora presto capire come andrà a finire. 

Il presidente Paparelli ha voluto ribadire che i conti dell'Umbria sono ottimi e che le critiche su trasparenza e futuro sono strumentali. "Leggendo la sintesi del rendiconto - ha detto in aula il presidente - si capisce quali sono le linee guida seguite, quanto sono positivi tutti gli indicatori, quanto alcune critiche siano prive di fondamento. Abbiamo ridotto l’indebitamento dell’Amministrazione ossia gli interessi sui mutui contratti per gli investimenti. Tutto ciò con una gestione finanziaria ispirata alla prudenza, con 118milioni di euro di accantonamenti, di cui otterranno benefici coloro che governeranno la Regione nella prossima legislatura".

Anche per il 2018 il rating emesso è positivo ed è superiore a quello dello Stato. Paparelli ha ricordato la scelta della Giunta di non aumentare le tasse,  "anzi diminuendo molte imposte e tasse di concessione" e il giudizio positivo sul bilancio da parte della Corte dei Conti. E sui trasporti non ammette gli errori della Giunta regionale negli ultimi 10 anni - con conseguenza i tagli dolori alle corse che hanno isolato comuni - ma dà la colpa direttamente al Governo: " Se realizzeremo l’Agenzia unica del trasporto potremo recuperare una quota di Iva che ci metterà al riparo dalla necessità di tagli estivi".

Non la pensa alla stessa maniera la relatrice di minoranza, l'esponente dei 5 Stelle Carbonari, che ha bocciato il bilancio 2018 ed ha lanciato un allarme sui trasporti, su trasparenza, e costi della politica, formazione professionate e fondi europei. Primo affondo della Carbonari: A proposito dei fondi europei: sono due anni che cerco di approfondire chi sono i beneficiari dei fondi del Psr, ma mi viene detto che ciò non è possibile nonostante ciò avvenga normalmente nelle Marche. La programmazione dei corsi di formazione sembra orientata al business delle agenzie di formazione, senza porsi degli obiettivi concreti e senza controllare l’effettiva creazione di nuova occupazione".

E sui fondi a disposizione del trasporto publico c'è poco da sperare nel futuro prossimo. E' alto il rischi esuberi e quindi licenziamenti dopo la gara di affidamento del servizio:  La Regione rileva un ridotto importo delle risorse programmata per lo svolgimento della gara per l’affidamento del servizio su gomma, quantificato in circa 40 milioni di euro: ciò comporterà necessariamente la riduzione di un terzo del servizio attualmente assicurato, con la probabile incapacità di assicurare nel concreto i servizi minimi e un forte impatto negativo sui livelli occupazionali". L'opposizione mette in evidenza come la gestione dei dirigenti sembra non essere trasparente e soprattutto all'insegna della rotazione per evitare dei feudi amministrativi: "Sull’organizzazione dell’Amministrazione regionale, permane lo squilibrio tra il numero delle posizioni organizzative e il totale dei dipendenti. Andrebbero poi approfonditi i criteri meritocratici alla base dell’attribuzione delle posizioni organizzative. Manca una vera rotazione tra le persone che ricoprono questi ruoli, evitando che esse mantengano sempre gli stessi rapporti con gli stessi soggetti. All’inizio della legislatura avevo chiesto che venisse attuata la rotazione dei dirigenti ma l’assessore Bartolini rispose che non era una misura da inserire nel piano anticorruzione". 
 

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