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Riforma dell'Adisu, Regione nella bufera. Gli studenti contro la Marini: "Sconcertante". Leonelli (Pd): "La giunta ritiri l'atto"

L'Udu carica a testa bassa, Leonelli presenta un emendamento di soppressione alla legge di modifica. Battaglia aperta

Bordate da tutte le parti. La riforma dell'Adisu, l'agenzia per i diritto allo studio, servita dalla Regione Umbria non va già agli studenti e anche al consigliere Pd Giacomo Leonelli. La norma nel mirino, contenuta nella manovra di Bilancio 2019-2021, tecnicamente "legge Omnibus", oggi è stata attaccata dal consigliere dem durante la discussione, che ha anche presentato un emendamento soppressivo: "“La parte di riforma dell'Adisu (Agenzia regionale per il diritto allo studio) che oggi viene proposta è una riforma che lascia perplessi e non se ne comprendono i motivi anzi, si sottolineano almeno cinque criticità”. Vai con l'elenco, anche il punto fondante della critica è la questione della 'perdita di autonomia politica' dell'Agenzia. Perché l'amministratore unico diventerà un direttore generale. La sostanza cambia : "Intanto – spiega Leonelli - si va a sopprimere la figura dell'amministratore unico, superando di fatto una riforma che è stata votata l'anno scorso e a cui per altro non è stata mai data attuazione concreta, in un momento in cui già sono stati depositati domande e curricula per la figura di amministratore unico, per cui è stata già aperta la procedura".

Punto secondo, argomenta il democrat, "lo si fa di fatto ‘asservendo’ il ruolo dell'agenzia dell'Adisu agli uffici della Regione, in una dinamica che lascia davvero perplessi, perché a nessuno sfugge che un ente strumentale deve mantenere una sua autonomia, che può anche essere ipoteticamente conflittuale in futuro con gli uffici della Regione, tenuto conto che parliamo di diritti degli studenti e borse di studio; non può invece essere uno strumento meramente esecutivo della Regione affidato a un tecnico, così come peraltro ribadito dalle rappresentanze degli studenti”.

E ancora: "Terzo elemento di criticità – continua Leonelli – è che si recide il legame con gli atenei dell'Umbria, senza dimenticarci che i precedenti presidenti-amministratori erano professori universitari e questo dimostrava un punto di equilibrio fra il diritto allo studio ed il mondo del sapere. Quarto elemento, lo si fa andando a nominare un direttore generale, equiparando lo stipendio a quello degli altri direttori,  in una realtà che già vede due dirigenti nel suo organico e diverse posizioni organizzative. Quinto elemento, lo si norma per cinque anni, di fatto andando a interrompere il legame fiduciario di nomina perché, a prescindere dal colore politico, la prossima Giunta si ritroverebbe questa figura fino al 2024". Conclusione: "L'auspicio – conclude - è che, tenuto conto di questi evidenti elementi di criticità, la Giunta ritiri l'atto, per discutere se serve una riforma più ampia delle agenzie regionali, che non può esaurirsi con la sola nomina di un direttore generale all'Adisu". 

E gli studenti? L'Udu è una furia e verga un cominicato di fuoco: "Siamo sconcertati: dalla discussione sembra emergere che la Giunta, per voce della stessa Presidente Marini, concepisce l’Adisu come un mero braccio operativo della Regione - dichiara Angela De Nicola, Garante dello Studente Adisu - Riteniamo questa visione limitata e pericolosa: l’Adisu è sì un ente strumentale della Regione, ma ha sempre avuto autonomia politico-istituzionale proprio grazie alla particolare figura dell’Amministratore combinata con il ruolo decisivo degli studenti. Proprio i risultati raggiunti in questi anni, che vedono l’Umbria tra le regioni d’eccellenza sul Dsu, dimostrano che il sistema vigente funziona bene".

Aggiunge Lorenzo Gennari, coordinatore della Sinistra Universitaria Udu Perugia: “La Regione sta commettendo un grave errore: con questa norma si genera una frattura tra l’Adisu e la comunità accademica. Inoltre, la procedura di selezione dell’amministratore è già in corso e sono già pervenute le candidature: che senso ha, con tanta fretta, cambiare le regole in corso d’opera? Non sarebbe serio. Non vorremmo mai che dietro questa scelta incomprensibile si celi l’idea di trasformare l’Adisu in un mero ufficio dell’amministrazione regionale”. Concludono De Nicola e Gennari: “Noi rivendichiamo un coinvolgimento degli studenti in questa decisione che finora non c’è stato: sia ritirata la norma e sia convocato un tavolo di confronto fra Consiglio, Giunta e rappresentanti degli studenti". La battaglia è cominciata. Grandina sulla giunta Marini e sull'assessore Bartolini. Chi ha un ombrello resistente?

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