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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Grande Curi, veleni. La rabbia di Romizi che scrive ai cittadini: "Solo fango e vi spiego punto per punto"

Racconti fantasiosi che mi vedrebbero al centro di piani oscuri e segreti. Piani così segreti che io stesso non conosco e che coinvolgerebbero il Curi e il mio futuro politico, un intreccio di congetture folli.

Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo da uomo e da sindaco di Andrea Romizi che arriva 48 ore dopo alcuni articoli allusivi sulla sua onesta e trasparenza sulla gestione del Grande Curi dopo la strana pubblicazione di una lettera di intenti di un secondo gruppo che sarebbe intenzionato a presentare un progetto che ad oggi non c'è e non è stato neanche protocollato. Ma soprattutto la stessa società ha smentito qualsiasi incontro, rapporto con il sindaco. Tanto veleno e allusioni che addirittura, secondo Romizi, lo ha mandato in tilt anche come padre dato che in mezzo a questa tempesta in un bicchier d'acqua si è dimentato di andare a prendere la figlia al centro estivo. IL SUO RACCONTO E LA SUA SPIEGAZIONE AI PERUGINI

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di Andrea Romizi - sindaco di Perugia

Una cosa del genere mai, in precedenza, mi era capitata.  Cosa è successo? Mi trovavo in ufficio e, nel leggere alcune ricostruzioni fantasiose e ingiuriose con oggetto la mia persona e le recenti vicende legate allo stadio Curi sono rimasto pietrificato, in una condizione di sospensione data da sentimenti di rabbia e agitazione che mai avevo provato prima. Si dice che i politici dovrebbero avere il cosiddetto “pelo sullo stomaco”, non scomporsi più di tanto anche davanti agli attacchi più beceri. Andrea invece, nonostante siano trascorsi 9 anni dal primo giorno in cui ha indossato la fascia e prestato il giuramento, il callo non ce l’ha fatto. Mi dispiace sarà un segno di debolezza, una mia fragilità. Non riesco tuttavia ad abituarmi a tanto discredito gratuito. Non riesco ad affrontare con leggerezza certe illazioni, al limite del diffamatorio. Mi dispiace: a prevalere è stata la rabbia, quella rabbia e quella sensazione di sgomento che sono proprie di chi sente di avere subito un’ingiustizia grave e deve tutelare l’onorabilità propria e di tutta la Città che rappresenta. 

Di che parliamo? Di racconti fantasiosi che mi vedrebbero al centro di piani oscuri e segreti. Piani così segreti che io stesso non conosco e che coinvolgerebbero il Curi e il mio futuro politico, un intreccio di congetture folli. In questi casi ci si domanda cosa fare. Replicare? Rispondere?  Tante volte, in passato, ho preferito lasciare correre.

Non può essere, però, questo il caso. Troppo gravi e ingiuriose le allusioni che mi trovo oggi a leggere, troppo cattivo il dubbio che si vuole insinuare. Spiego meglio. Si scrive di un documento “riservato e confidenziale” che nelle scorse settimane sarebbe transitato all’interno del Comune di Perugia, con oggetto un ipotetico interessamento da parte di alcuni soggetti sullo stadio Curi. In questo documento, tra le diverse considerazioni, ne sarebbero riportate alcune sul “contesto politico”. In particolare gli scriventi - la cui identità ignoro - metterebbero in evidenza quanto potrebbe essere vantaggioso per la politica presentare alla Città il progetto di un nuovo stadio prima dei prossimi appuntamenti elettorali. Nell’articolo si arriva poi a collegare i contenuti di questa nota alla procedura che ha portato la Giunta, all’esito della conferenza di servizi, a dichiarare la mancanza del pubblico interesse sul progetto presentato.   

L’articolo sembrerebbe sottintendere che la proposta di project non accolta sia stata fatta “affossare” per avvantaggiare questa nuova cordata, a fronte di “promesse elettorali”? Si parla perfino di “petroldollari”!
Al di là del riferimento solo a “voci” e “rumors”, chiaro e inaccettabile è lo scenario fosco che si vuole introdurre, interamente da respingere, in quanto lesivo in maniera insopportabile della dignità e del lavoro non solo mio ma di tutte le importanti professionalità, che - ognuna per la parte di competenza - hanno esaminato la documentazione prodotta dai proponenti.  Lo voglio dire con fermezza: gli uffici del Comune, delle altre amministrazioni coinvolte e delle strutture anche dello Stato intervenute su nostra richiesta a supporto del Comune, hanno operato correttamente e in maniera più che trasparente. Ogni valutazione è stata puntualmente spiegata ed argomentata in atti pubblici. 

Lo voglio dire con fermezza: mai ho subordinato o condizionato il perseguimento di quello che ritengo essere giusto per la mia comunità a personali prospettive politiche, mai praticate scorciatoie, men che meno ricercati “trampolini”. 
Quanto al fantomatico documento che sarebbe “transitato” in Comune, ritengo necessario precisare quanto segue. Personalmente non so chi siano i signori con i quali sarebbe in corso la trattativa per la cessione del Perugia Calcio. All’interno dell’Amministrazione nessuno, né della struttura tecnica, né della parte politica ha avuto fino ad ora contatti con loro. Né, alla data odierna è dagli stessi pervenuta alcuna proposta di project financing sullo stadio. 
Unicamente e solo pochi giorni fa, la nota che è girata è stata inoltrata anche a me da una persona, per iniziativa della stessa. Tra l’altro detta nota nell’intestazione non era indirizzata né al sottoscritto, né all’Amministrazione, ma era posta all’attenzione di un professionista. 

Immediatamente ho chiarito a chi me l’ha girata che non era possibile prendere in considerazione quella nota, alla quale nessun corso effettivamente veniva dato, spiegando che, nel caso fosse d’interesse, qualsiasi comunicazione o documentazione sarebbe dovuta passare per i canali istituzionali e nelle forme richieste e chiaramente ad inviarla sarebbero dovuti essere direttamente gli eventuali soggetti coinvolti. Per i motivi sopraindicati, chiaro è che l’Amministrazione - che lo sottolineo ancora una volta - neanche è stata destinataria di alcuna comunicazione, risulta essere del tutto estranea ai contenuti e alle finalità del documento, che apprendiamo da una recente nota diramata sarebbe dovuto rimanere a esclusivo uso interno del gruppo.

A ogni modo le valutazioni di ordine politico ivi espresse appaiono quantomeno inopportune e inappropriate.
Ovviamente alla fine sono andato a riprendere mia figlia, ma per tutto il viaggio non sono riuscito a dirle una parola. Un giorno proverò a spiegarle, forse sarà tardi. Mi dispiace per la serenità che non sempre sono riuscito a trasmetterle, però di una cosa dovrà essere sempre certa: della correttezza e dell’onestà del suo papà.

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