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Grido d'allarme dal mondo della formazione professionale: "Noi dimenticati dai decreti, andiamo comunque avanti a testa alta"

Intervista al direttore di ECIPA Umbria, Fabio Matera, che ha attivato per i suoi 202 studenti la didattica a distanza, sebbene gli incentivi governativi non contemplino il mondo della formazione professionale

Formazione professionale, la grande dimenticata. Durante l’emergenza nazionale da Covid-19, la prima realtà a venire fermata per il contenimento del contagio è stata la scuola, non solo quella pubblica, ma anche la multiforme realtà della formazione professionale.

Si tratta di un contesto che in Umbria impegna ogni anno tra i 600 e i 700 studenti, ragazzi che scelgono di percorrere le via dell’apprendimento di un mestiere e che, alla fine del percorso di studio, trovano un’occupazione nell’82% dei casi. Questi in particolare sono i risultati conseguiti dagli studenti di ECIPA Umbria, una realtà che oltre 25 anni si occupa di formazione e orientamento professionale per giovani (e non solo).

Abbiamo raggiunto il direttore di ECIPA, Fabio Matera, che ci ha spiegato: “Quando si parla di scuola, si pensa solo alla scuola statale, senza prendere in minima considerazione l’efficacia e l’importanza del sistema della formazione professionale: anche nei recenti decreti emanati durante l’emergenza Coronavirus, che hanno previsto stanziamenti per incentivare la didattica a distanza, nessun accenno al mondo della formazione professionale. Nessun incentivo per le nostre scuole, quindi, dove in realtà l’utenza è spesso quella più svantaggiata, più debole, con situazioni familiari difficili”.

Nonostante ciò, ECIPA, ci spiega ancora il direttore Matera, non si è fermata: fin dal 30 Marzo, cioè quando ha ottenuto l’autorizzazione per farlo, sono state attivate le aule virtuali per raggiungere i 202 alunni attualmente iscritti tra Perugia e Terni ai vari corsi attivi.

“Tra il 30 Marzo e il 30 Aprile abbiamo effettuato 1112 ore di formazione a distanza, coinvolgendo circa 70 docenti e registrando una partecipazione media dei nostri studenti del 90% (i primissimi giorni era del 93%). Pertanto va detto come anche la risposta dei nostri ragazzi sia stata davvero sorprendente, forse anche per l’allontanamento dai compagni e il lockdown, tutti hanno mostrato una necessità di stare connessi. Siamo riusciti a coinvolgere anche i ragazzi che risiedono nelle case famiglia, parlando con i loro tutori”.

Quale futuro si prospetta per la formazione professionale con l’emergenza ancora in corso? Quando e come si tornerà in aula in sicurezza?

“Attualmente - prosegue Matera - abbiamo confermato il nostro calendario scolastico fino al 3 luglio, come da programma, continuando con la FAD; dopo avremo due mesi di tempo per attuare quei protocolli per la sicurezza che ci auguriamo vengano dettati, disponendo al meglio le nostre aule e le nostre strutture, compresi i laboratori, per accogliere studenti e docenti nella massima sicurezza. Se dovessimo dividere in più gruppi le classi, come si sta profilando per il rientro a settembre, stiamo anche pensando che sarà importante pure la risposta del sistema dei trasporti scolastici, per garantire a tutti gli studenti di poter raggiungere la scuola anche durante il pomeriggio”.

Insomma sono tante le criticità a cui è sottoposto il mondo della formazione professionale in questo momento, alle quali si aggiunge la “dimenticanza” da parte del Governo di un ambito così importante: ci auguriamo che la situazione cambi e che anche questo settore così strategico per la formazione dei lavoratori del domani più prossimo possa trovare la giusta priorità nelle agende dell'emergenza.

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