Gli Etruschi del Fiume stanno tornando: grande corte con carri a Ponte San Giovanni
di Sandro Francesco Allegrini
L’Urna del Bacio perugino è il brand della XIV edizione di “Velimna. Gli Etruschi del fiume”. Perché il tema di quest’anno è “L’eros etrusco”, argomento dipanato nelle sue accezioni di amore filiale, coniugale, amoroso, erotico. “Esempi classici, reperibili nelle pitture tombali e vascolari, negli specchi e nelle sculture, nelle urne e nei sarcofagi”, osserva Luana Cenciaioli, direttrice dei musei nazionali di Perugia, Orvieto e Spoleto. Oltre che consulente di lungo corso degli amici di Ponte San Giovanni.
E gli esempi fioccano: tra l’urna di Casaglia coi coniugi che si baciano, alle lacrime che scivolano sull’estremo saluto degli sposi di Strozzacapponi. Ma ci sono anche satiri e menadi, l’amore fedele di Penelope, come quello vizioso della coppia clandestina, in un mix che intriga e turba per la sua estrema naturalezza. Ci sarà da divertirsi anche all’estemporanea di pittura del 3 settembre e alla mostra in tema, a cura di Agnese Massi dello Studium perusinum.
Coinvolta anche la scuola, con prodotti in grafica e dvd di una classe quinta della primaria. I luoghi delle visite sono la tomba del Faggeto, la necropoli del Palazzone, l’Ipogeo dei Volumni e il Museo archeologico col convegno nazionale “L’eros degli Etruschi” e con la visita alla mostra “Celti di Bratislava”. Con un prolungamento, l’11 settembre, per “Orvieto underground”.
Perfino lo spettacolo de “I Rasenna” di Cerveteri verterà sul tema “Vivere da Etrusco”, con riferimento ai molteplici aspetti dell’avventura esistenziale del popolo venuto dall’oriente. Come al solito, dal laboratorio di via Tramontani è uscita la bella riproduzione di un’urna, faticosamente trasportata in piazza Grande dai volenterosi ponteggiani.
Il corteo (ore 17:30 del 4 settembre) vedrà la partecipazione di circa 400 figuranti, con coreografie della scuola di danza Apollon e sotto l’attenta regia del pittore e scrittore Ennio Boccacci. Come di consueto, in chiusura (4 settembre), la cena etrusca sul Ponte Vecchio e, ogni sera, al parco Bellini, il ristoro etrusco, con cibi e bevande, tra rigore filologico e divulgazione popolare. Spigolatura di umanità: i proventi saranno destinati alle popolazioni colpite dal terremoto. Come già avvenne nel caso della disgrazia che colpì l’Emilia.
Persuasa lezione di umanità, a lode e onore del presidente Antonello Palmerini, del suo vice, Paolo Befani, del braccio destro della pro Ponte Gino Goti, delle tante persone che hanno deciso non di costruire muri, ma di gettare un metaforico ponte, attraversato con ragione e sentimento.