Umbria Jazz, e si balla la salsa! Strepitoso omaggio alla stella latina Celia Cruz
Dal Giappone alla Colombia, da Cuba all’Africa, niente come la musica riesce ad abbattere confini e barriere. Il mondo ora è in una mano, anzi. In un palco. Ed è un viaggio senza biglietto aereo
E’sì. Umbria Jazz è anche questo. Non solo musica, note, grandi nomi. Ma incontri. Uno sguardo oltre i confini in grado di abbracciare sapori che non ti aspetteresti di provare. Dopo l’applauditissima esibizione del duo Hiromi – Castaneda. Ecco che sul palco dell’Arena Santa Giuliana, si eleva una voce lontana. E arriva. Dentro. Come un’ondata di calore che fa scorrere il sangue più forte portandoci lontani. A ballare la salsa, i ritmi dell’Havana, del rum, dei tropici che non vedono mai il calar del sole. Improvvisamente, dopo la litania suadente del piano di Hiromi, si volta pagina e l’esordio a Umbria Jazz di Angelique Kidjo fa smuovere gli animi come una brezza oceanica.
Accompagnata sul palco da Pedrito Martinez e una strepitosa band, l’omaggio a Celia Cruz, una delle voci latinoamericane più famose e conosciute del ventesimo secolo, diventa una festa di danze tribali, di ritmi incandescenti, tali da far alzare il pubblico per ballare. Ora vince la spensieratezza senza tempo dei ritmi cubani, solennemente interpretati dalla carismatica Angelique Kidjo, definita da Time Magazine "Africa's premier diva"; Vanity Fair le ha invece dedicato una monografia con contributi di Bono e Harry Belafonte. Vincitrice di ben tre Grammy, per la BBC è una delle 50 icone dell'Africa.
Una forza straordinaria sul palco: balla, canta, si muove spinta da una pulsione quasi mistica. I ritmi crescono, si fanno furenti ed accompagnano questa fresca e magica serata di Umbria Jazz.
Lei, dal Benin, ha saputo farsi strada fino ad elevarsi a coscienza critica della sua terra, ma stasera, sul palco dell’Arena, la sua dedica è tutta per Celia Cruz, regina indiscussa della Salsa e della musica latina. Una artista che Umbria Jazz ha già ospitato in spettacolari concerti.
Dal Giappone alla Colombia, da Cuba all’Africa, niente come la musica riesce ad abbattere confini e barriere. Il mondo ora è in una mano, anzi. In un palco. Ed è un viaggio senza biglietto aereo.
