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Tutto confermato: la provocazione di Pesce si farà, 30 "falli" disseminati in centro a Perugia

Tutto confermato. L'artista Piergiuseppe Pesce darà vita alla provocazione caccia alternativa a quella in voga dei "Pokemon go" disseminando il centro storico - a suo piacimento - di falli con le ali che ha direttamente forgiato nelle settimane scorse. Il titolo della performance artistica è tutto un programma: "TROVA STO CAZZO" e si svolgerà il giorno venerdì 19 Agosto. Sono 30 i falli immessi nell'area dell'acropolo. 

“Come uomo e artista ho perso ogni riferimento storico, culturale, morale”, così racconta di sé Piergiuseppe Pesce, “da questo secolo eredito confusione, se sono vivo è perché ancora sto giocando”. Piergiuseppe Pesce, artista controverso e spesso discusso, rivolge la sua attenzione agli oggetti, ai miti, e ai linguaggi della società dei consumi. Vicino alla corrente internazionale e postmoderna del Neo Pop, miscela i simboli di culture diverse rimandando al grafitismo urbano, al mondo dell'underground, ma anche ai fumetti e al web design. 

Dopo il successo di critica e di pubblico ottenuto a Los Angeles, con la partecipazione alla mostra “Skies (Nel blu dipinto di blu)”, a cura di Adelinda Allegretti, presso il Latino Art Museum, Piergiuseppe Pesce ha conquistato anche la capitale vincendo un’edizione del Premio “Art Caffè letterario – Esposizione di Arte Contemporanea”, con l’istallazione “Nuovo cubismo”.

E non solo: i lavori di Pesce hanno catturato l’attenzione del documentarista d’arte Roony Wilson, che ha girato un video sulle sue opere proprio a Gualdo Tadino, all’interno della Cube Gallery.  Il regista inglese era presente in Umbria, per l’esattezza a Città di Castello, per girare un documentario sulle opere del maestro Burri, e, interessatosi all’espressività di Pesce, ha deciso di riproporre ai suoi studenti di Manchester i lavori inediti dell’artista gualdese, comprese le installazioni, da lui molto apprezzate.

“Mescolando il linguaggio Dada degli inizi del XX secolo, la Pop Art degli anno ’50 e la corrente post-moderna del Neopop – spiega l’artista – ho eletto a filo conduttore della mia creatività quei soggetti simbolo del nostro universo politico, religioso, culturale e mediatico, quelle icone del quotidiano, quei miti che hanno affollato e caratterizzato lo scorso secolo, e li ho accostati in un ideale riassunto iconografico, da cui traspare il distacco e la fuga dell’uomo contemporaneo rispetto ad essi, inevitabilmente decaduti o destinati comunque a decadere”.
 

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