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Stefania Chiaraluce in mostra a Villa Fidelia con tre dipinti che declinano aspetti della natura raccontati con squillante cromatismo

Una pittrice poliedrica, dalle tecniche complesse e disparate. Stefania ha elaborato personalissimi codici artistici, elevando a statuto di nobile espressività materiali vili, come il cartone

Stefania Chiaraluce in mostra a Villa Fidelia con tre dipinti che declinano aspetti della natura, raccontati con toni di squillante cromatismo. Una pittrice poliedrica, dalle tecniche complesse e disparate. Stefania ha elaborato personalissimi codici artistici, elevando a statuto di nobile espressività materiali vili, come il cartone.

Sono noti i suoi assemblaggi polimaterici. Iniziò anni fa con una seduta in cartone, intrisa di persuaso spirito ecologico, per poi proiettarsi in territori inesplorati nei quali cimentare la propria inesausta creatività.

Uno dei temi ricorrenti è quello musicale che testimonia amore per l’armonia: violini, contrabbassi (uno è in fieri da un biennio), tastiere che si librano in aria, dipanate su sfondi da sogno, ballerini soli o in coppia, danza di uccelli e farfalle. Ma anche la seduzione di corpi vibranti o la provocazione di scarpe rosse, fra affermazione identitaria e protesta contro le aggressioni alle donne.

E la natura. Stefania ama il Lago che poi riproduce nelle sue tele vibranti. Spesso in tinte sonore, talora in monocromi, colore su colore, ricchi di suggestione in blu. Le sue opere, mai piatte né banali, propongono mondi ideali, come fuga da un reale che sconta il presente, incapace di aprirsi a visioni altre, forse impossibili, ma perseguibili con le ragioni del cuore.

Le tre tele di Villa Fidelia (foto) propongono due mondi sovrapposti, forse rovesciati. A significare che una visione diversa è possibile, che l’arte è nata non per raccontare il reale, ma per rappresentare “irrealtà visibili”. E che, forse, l’arte ha poco da insegnare. Se quel “poco” è, semplicemente, il senso della vita e l’esplorazione del suo insondabile mistero. Direi che Stefania, con apparente ossimoro, si fa piccola per dipingere “in grande”. Se “in grande” significa “con maliziosa innocenza”.

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