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Da Spoleto alla conquista del mondo artistico: su Rai 5 la storia di Leoncillo Leonardi

Venerdì 10 gennaio (ore 21:15) verrà trasmesso in prima visione assoluta il documentario dedicato al grande scultore spoletino, morto nel 1968 a soli 53 anni e trascurato dal mercato fino alla definitiva consacrazione avvenuta nel 2018 con due importante aste internazionali

Da Spoleto alla conquista del mondo artistico, dopo essere stato a lungo trascurato dal mercato. Questo è stato il destino di Leoncillo Leonardi, grande scultore umbro morto a Roma a soli 53 anni nel 1968 e definitivamente consacrato da due importanti aste internazionali nel 2018. E all'artista spoletino è stato ora dedicato un documentario di Simona Fasulo - "Leoncillo: una fiamma che brucia ancora” - che andrà in onda in prima visione assoulta su Rai 5 venerdì 10 gennaio (ore 21.15).

IL PERCORSO ARTISTICO - Una personalità complessa, un uomo che dedica l'intera sua vita all’arte e che per le sue sculture dense e sofferte rimane fedele a materiale povero come creta e ceramica. Un artista che lotta per mantenere l’indipendenza della sua opera e delle sue idee, sia quando - antifascista dichiarato - deve sopportare, insieme all'amatissimo fratello Lionello, l’uscita da Spoleto, sia quando - militante nel Pci da sempre - ne esce dopo i fatti d’Ungheria. Le sue sculture sono anche politiche e suscitano vespai e polemiche in epoche in cui la discussione politica era viva e fremente. Cesare Brandi lo ha definito “uno dei tre grandi scultori italiani con Manzù e Martini”. Leoncillo Leonardi, inoltre, ha una ricchissima bibliografia critica, e ha esposto in tutto il mondo con alcune delle sue opere che sono tuttora conservate a Tokio e a Montréal. Lo spoletino ha lasciato un segno importante nel mondo dell’arte.

IL DOCUMENTARIO - A fare da guida nel racconto biografico del documentario è la nipote Anna Leonardi che ha conservato lettere, oggetti e dettagli importanti della sua vita e, soprattutto, la memoria di uno zio “unico”, gloria della famiglia. Insieme a lei parlano il gallerista Massimo Di Carlo; gli storici dell'arte Enrico Mascelloni, Stefania Petrillo (quest'ultima dell'Università di Perugia) e Mariastella Margozzi oltre ai critici d'arte Marco Tonelli e Renato Barilli, al FAbio Sargentini (professore emerito dell'Università Roma Tre) e lo scrittore e gallerista Fabio Sargentini. 

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