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INVIATO CITTADINO Spigolature, curiosità di storia e cultura cinematografica fiorita fra i travertini della Vetusta

Un patrimonio conservato nei libri e nella memoria del principe degli storici della decima musa. Fabio Melelli incanta, dalle sale affrescate di Palazzo Gallenga

Spigolature, curiosità di storia e cultura cinematografica fiorita fra i travertini della Vetusta. Un patrimonio conservato nei libri e nella memoria del principe degli storici della decima musa. Fabio Melelli incanta, dalle sale affrescate di Palazzo Gallenga. Lo seguono dalla Cina, dal Sud America e dall’universo mondo. Superfluo dire “da Perugia, dall’Italia, da ovunque conoscano e apprezzino la qualità dei contenuti che è in grado di proporre”.

Per il ciclo di conferenze dei Corsi di alta cultura dell’Università per Stranieri di Perugia, “Umbria terra d’Arte”, Fabio Melelli, Docente di storia del cinema italiano nell’Ateneo Unistra, ha tenuto la prolusione, in diretta streaming su YouTube, dal titolo “Perugia nel cinema”. Un’appassionata diegesi che ha dato conto di tutti (proprio tutti) i film girati nel capoluogo umbro. Non un arido, sebbene documentatissimo, elenco di opere filmiche, ma un’esposizione ricca di aneddoti, curiosità, retroscena.

Così la narrazione, tutta perugina, si è dipanata lungo la storia del cinema italiano del Dopoguerra. Punto di partenza “Uomini e cieli”, pellicola del 1943, diretta dall’Ufficiale di Marina Francesco De Robertis. “Un mirabile esempio – dice Melelli – di proto-neorealismo, caratterizzato da un cast di interpreti non professionisti e da uno stile spoglio, scarno ed essenziale, ma efficace”.

A seguire, il “caso”, del film “Santa Caterina da Siena”, diretto nel 1947 da Oreste Palella. La vicenda è ambientata nella città toscana nominata nel titolo, ma fu interamente girato a Perugia (l’infanzia e l’adolescenza della grande mistica hanno come sfondo, sullo schermo, riconoscibilissimi scorci del Centro storico di Perugia, da Via delle Volte all’Arco Etrusco).

“Santa Caterina da Siena”, a lungo ritenuto “exemplar deperditum”, è stato recentemente sottoposto a restauro, dopo essere stato proiettato all’interno di una rassegna triestina.

Quindi Fabio ha aperto una parentesi pruriginosa, relativa a “Labbra di lurido blu” (1975) di Giulio Petroni. Durante le riprese, dovette addirittura intervenire la polizia per regolare il traffico di curiosi che si erano presentati sul set – in quel caso il Bar Dal Comoda di Ponte della Pietra – per poter vedere la sensuale Lisa Gastoni, impegnata in un memorabile amplesso sul biliardo.

“Perugia – ha ricordato Melelli – è anche la città scelta da Alberto Sordi per “Fumo di Londra”, (1966), storia dell’antiquario perugino Dante Fontana, in trasferta a Londra per comprare un pezzo da collezione. Un film, quello di Sordi, modernissimo, anche nelle modalità di ripresa: per cogliere la “verità” dell’azione, Sordi infatti girava spesso per le strade della capitale britannica con la macchina da presa nascosta sotto il cappotto dell’operatore”. Una specie di “pedinamento”, caro a Cesare Zavattini e, televisivamente, a Nanni Loy.

Nella conferenza si è anche parlato dei gialli “I corpi presentano tracce di violenza carnale”, “Profondo rosso” (a Perugia venne girata la scena del funerale della medium) e “Un delitto poco comune”. Ma, oltre al giallo, la location perugina non si è fatta mancare i meló “Bufere” e “La tua donna”, lo strappalacrime “L’ultima neve di primavera” e tanto altro ancora…

Perugia, infine, come sede privilegiata per Pupi Avati che l’ha voluta per “Regalo di Natale” (un ristorante ricreato nella sala d’attesa di prima classe della stazione ferroviaria di Fontivegge) e “Ma quando arrivano le ragazze?”, attinente al ruolo di Perugia capitale del cioccolato, del jazz e di tanto altro. Il video della conferenza.

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