Rocca Paolina. Bottini mette in mostra le proprie foto d'arte dove la "Bella Italia" ha più facce

Stefano Bottini non è il tipico fotografo asettico e stilizzato. Stefano Bottini è un fotografo che riesce a donare la parola alle sue opere sospese tra equilibrio e realtà alterata. Una mostra, inaugurata giovedì 5 settembre e presente al centro espositivo della Rocca Paolina fino a domenica 22, che ha sicuramente molto da raccontare. Raccontare quella linea sottile che si perde tra presente, passato e futuro.

Ma è proprio l’autore, di queste affascinanti immagini che catturano le architetture più belle d’Italia e non solo, a spiegare: “i miei scatti vanno dalla più classica inquadratura a nuova formulazione d’immagine che si può definire surrealista, dove l’edificio, il monumento o la piazza sono riflessi in ogni cosa che ne rimandi l’icona”. Ed è proprio in queste parole che si comprende il riflesso di Palazzo Vecchio in una vetrina cosparsa di regali.

Ma Stefano Bottini è qualcosa di più, è un fotografo cosciente che non si lascia intimorire dalla sapere. “Solitamente intraprendo il percorso inverso. Prima mi informo minuziosamente su la struttura architettonica che mi interessa e poi la immortalo con passione e dedizione”.  È quindi la conoscenza del soggetto alla basa di ogni sua curiosità artistica.

Fotografo d’architettura, giornalista, studioso e anche inventore. È infatti suo l’ingegnoso strumento che il suo creatore ha soprannominato Mondotondo, “dove il riflesso controllato di una semisfera fornisce allo spettatore la piazza a 360°, abbattendo la staticità ma conservandone la riconoscibilità”. Una mostra divisa a temi che ripropone nella sua essenza i lavori di questo fotografo cosmopolita ma 100% perugino: Riflessi di palazzi e monumenti in città italiane, Mondotondo (riflesso su semisfera), Foro italiaco, Stadio olimpico di Roma, Stadio Franchi di Firenze e committenze.