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Il cinema PostModernissimo riapre, si "allarga" e rilancia: le novità in arrivo

L’evento speciale avrà luogo il 30 di agosto, con dj set, chiacchiere, cinefilia e socialità. Proposto il classico “Warriors”, con appendice dell’autoprodotto “Strade perdute”, a 25 anni dalla sua realizzazione da parte di un gruppo di amici

Riapre col botto il Post Mod, anonima impresa sociale. “Intanto, anziché la festa di fine anno, noi facciamo quella d’inizio: un Re-opening party”, dice Giacomo, uno dei soci. L’evento speciale avrà luogo il 30 di agosto, con dj set, chiacchiere, cinefilia e socialità. Proposto il classico “Warriors”, con appendice dell’autoprodotto “Strade perdute”, a 25 anni dalla sua realizzazione da parte di un gruppo di amici. Poi si spara una chicca di carattere societario: la cooperativa, e dunque la “famiglia”, è stata allargata ai gestori dell’umbertidese cinema Metropolis.

Le novità targate Post Mod prevedono una più articolata gestione  del segmento educational, rivolto agli alunni della primaria e delle medie inferiori. Si faranno laboratori su storia del cinema, disegno cinematografico, educazione alla fruizione, corretta e responsabile, del mezzo audiovisivo. Inoltre, sono previste organiche collaborazioni con centri di formazione linguistica.

Il 31 riparte la stagione, ricca di novità e delle consuete retrospettive: in settembre, di lunedì, ci si confronta coi classici di David Linch. In ottobre riparte “Perso”, festival di film documentari, e poi: largo al cinema palestinese! In novembre, a un secolo dalla rivoluzione russa, il forse troppo lodato “La corazzata Potemkin” (in versione breve) di Sergej Michajlovič Ejzenštejn,: tanto per smentire l’usurata battuta fantozziana della “cagata pazzesca”.

In dicembre, l’omaggio a Roberto Rossellini nel quarantennale della morte. Poi si traccia un rapido bilancio della stagione passata, con criticità di numeri, anche se il Post Mod si difende. Pare che quel biglietto a due euro, anziché aiutare, abbia tagliato le gambe, in termini di profitti, ai cinegestori: perché le presenze contano, ma poi i conti si fanno con l’incasso. Infine, per la serie “I have a dream”, un pensierino sulla possibilità di portare l’arena cinematografica estiva in piazza Cecilia Coppoli. Un sogno? Forse. Ma sognare è lecito, anche per calare quella dimensione metafisica, di solitudine e abbandono, in una realtà condivisa di schermo che muove e commuove.

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