Assisi celebra l’artista umbro Maceo con la mostra evento “Fra sogno e ironia”
L’Umbria terra di grandi Maestri, artisti che hanno dato lustro e fama alla storia artistica e culturale della nostra regione. Dopo le manifestazioni tifernate dedicate al celebre Alberto Burri, anche Assisi omaggia il suo grande pittore del 900 Maceo Angeli, con una mostra unica a Palazzo Monte Frumentario.
La mostra-evento "Maceo. Fra sogno e ironia” è realizzata dalla Città di Assisi e dalla Regione Umbria con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, con la collaborazione della Provincia di Perugia, dell’A.B.A. (Accademia delle Belle Arti), del Liceo Artistico Bernardino di Betto di Perugia e dell’Accademia Properziana del Subasio di Assisi. L’inaugurazione della mostra si terrà domenica 19 aprile, alle ore 10.30, presso il Palazzo Monte Frumentario in via San Francesco ad Assisi, dove si potranno ammirare 100 dipinti, 50 ceramiche, alcuni buccheri, 60 disegni e 10 sculture di Maceo, oltre a molto altro materiale inedito. L’esposizione rimarrà visitabile fino a domenica 16 agosto.
Maceo Angeli (1908 - 1991) è stato un pittore di Assisi nel cui lavoro l’arte e la poesia hanno attraversato tutta la sua produzione. Amante della sua terra d’origine, alla quale ha dedicato memorabili tele intrise di colore e forza, inizia, già nella metà degli anni ‘20, a portare il suo cavalletto per le vie della città natale, realizzando quadri di sognante realismo. Uscirà dalle mura di Assisi per città lontane e immense (Milano, Parigi), nelle quali avrà la forza e il coraggio di osare le prime mostre. Artisti di grande valore (su tutti Carlo Carrà) ne apprezzeranno le qualità pittoriche, che Maceo, tornato in Umbria, farà valere nei circoli artistici di Terni e di Spoleto. La crisi che prende gli animi dei pittori che, come lui, si muovono tra sogno e ironia lo prenderà negli anni Cinquanta.
Maceo, allora, troverà ricovero in una produzione ceramica che eleva alla massima potenza il livello umbro di questa attività. Lentamente, negli ultimi tre decenni della sua vita, tornerà alla pittura, insistendo sul fatto che ricominciava “da capo” il proprio percorso artistico, muovendosi su territori di sognante figurazione che molti, nel frattempo, avevano abbandonato.
Proprio per questo, il senso del suo lavoro è destinato a risaltare sempre più nell’arte novecentesca. Di quegli anni si ricordano le moltissime esposizioni fatte in Umbria con lo scopo di dare estensione universale alla ricerca particolare sull’ambiente circostante di Assisi e dell’Umbria che con zelo quotidiano Maceo metteva sulla tela.