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A Perugia una mostra per celebrare la splendida artista Emma Dessau Goitein, a 50 anni dalla scomparsa

Splendido finissage della Mostra ragionata dell’artista Emma Dessau Goitein, dipanatasi tra il Museo Civico di Palazzo Della Penna e l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”

Splendido finissage della Mostra ragionata dell’artista Emma Dessau Goitein (a 50 anni esatti dalla scomparsa dell’artista), dipanatasi tra il Museo Civico di Palazzo Della Penna e l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”. Alcune opere erano custodite Museo dell’Accademia di Perugia e nella Collezione regionale dell’Umbria.  

La mostra è stata realizzata, in veste di co-curatrici, da Fedora Boco (storica bibliotecaria della Vannucci), Maria Luisa Martella (qualificata storica dell’arte) e Gabriella Moscati Steindler, che dell’artista è nipote. Il Conservatore dei Beni ABA, Giovanni Manuali saluta e lancia l’evento.

A Fedora Boco il compito d’introdurre Gabriella Moscati Steindler, che ha peraltro fornito elementi di stimolo alla realizzazione dell’esposizione, grazie alla pubblicazione del volume “La mia vita incisa nell’arte” (editrice Mimemis) sulle vicende biografiche della nonna. La scrittrice ha declinato i passaggi e le basi documentali del suo lavoro.

L’antropologa Maria Luciana Buseghin, presidente dell’Associazione Italia-Israele, si è soffermata sulle leggi razziali del 1938 e sulle loro funeste conseguenze. Dopo il saluto del presidente del Consiglio Comunale Leonardo Varasano, ha preso la parola il professor Emidio De Albentiis per trattare il tema “Vita, malinconia e morte nell’arte di Emma Dessau”.

Si è trattato di una splendida lezione che ha spaziato fra i temi dell’arte e della poesia, indagando fra le pieghe dell’animo di questa sfortunata figura. La grafica di uno snello slide è stato il sottotesto-pretesto di un’affabulazione affascinante e personalissima, toccante e intrisa di profonda cultura. La visita alla mostra (con la presenza delle curatrici) ha confermato quanto sostenuto con sapere e sensibilità dal professore dell’Aba.

Fra i numerosi visitatori, piace nominare la musicista Marsida Koni la quale, con sensibilità tutta femminile, si è soffermata davanti a una delle grafiche che hanno fatto da filo rosso all’esposizione di De Albentiis, riflettendo sull’opera. In quel disegno della madre che intende proteggere e sottrarre il bambino dalla Morte (che gira le spalle scornata e pronta alla vendetta) si è letto il dramma del figlioletto che la Goiten non riuscì a sottrarre alla rapinosa Nera Signora. Interpretazione superba… anche senza aver sotto le mani l’ebano e l’avorio dei tasti del pianoforte.

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