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Dopo oltre 200 anni torna in Umbria la “Madonna di Foligno” dell'immenso Raffaello

Per otto giorni un'occasione unica per ammirare il capolavoro raffaellesco, che dopo 2 secoli torna nella città nel quale fu lungamente esposto nella chiesa del Monastero di Sant'Anna a Foligno

La storia delle opere d’arte, è la storia degli uomini, delle loro culture, delle loro espressioni, di un certo modus operandi che non può certo dirsi scevro dalla sensibilità culturale di un’epoca storica. Ci sono opere però, che trascendono il proprio confine storico culturale per innalzarsi al sublime eterno, la cui bellezza, non è solo modulata sui canoni di un’ espressione artistica coeva alla propria epoca, ma rimanda, nei secoli, a quell’ideale di stupore e meraviglia, sintomatici della grande arte.

“La Madonna di Foligno” di Raffaello, tornerà, per un’esposizione temporanea, nella città nativa del committente dell’opera, per una mostra che la vedrà attesa protagonista dal 18 al 26 gennaio, nella chiesa del Monastero di Sant’Anna a Foligno  (l’ingresso è gratuito e si può accedere dalle 9 del mattino alle 19.30). Dopo il clamoroso successo ottenuto con l’esposizione milanese organizzata da Eni a Palazzo Marino, in collaborazione con i Musei Vaticani e il Comune e la Diocesi di Foligno, tornerà per una settimana in Umbria, nello stesso luogo dove fu esposta per 217 anni e poi requisita nel 1797 dai francesi come bottino di guerra di Napoleone.

Una storia tutta italiana, quella delle grandi opere italiane emigrate in Francia; fu trasportata a Parigi dove avvenne la sostituzione del supporto pittorico (1800-1801, dalla tavola alla tela), poi ritornò in Italia e pervenne alla Pinacoteca Vaticana. Questa particolare e delicata tecnica di cambio supporto, ha però permesso all’opera di conservarsi integra nella sua cromia originale, quei toni celesti, magistralmente interpretati da Raffaello, possono ancora essere ammirati nella loro 
poetica bellezza.

La “Madonna” fu commissionata dal folignate Sigismondo de’ Conti nel 1511 per l’altare maggiore della chiesa di S.Maria in Aracoeli a Roma. Nel 1565 fu trasferita nella chiesa di S.Anna presso il Monastero delle Contesse a Foligno, in cui fu  monaca suor Anna, nipote dello stesso Sigismondo. L’origine dell’opera è da far risalire all’episodio che volle Sigismondo illeso in seguito ad un fulmine abbattutosi sulla sua casa, per ingraziarsi la Vergine, commissionò a Raffaello questa splendida opera, la cui iconografia è ispirata a una storia narrata nella Legenda Aurea: nel giorno di Natale, la Vergine e il Bambino sarebbero apparsi ad Augusto, davanti al disco solare, e l'imperatore, rinunciando a farsi venerare come un dio, avrebbe riconosciuto la grandezza del Bambino e consacrato il luogo della visione alla Madonna.

Il nome di Raffaello Sanzio, è inscritto ormai da secoli nel firmamento dei geni illustri che hanno dato gloria alla cultura italiana nel mondo; poter ammirare, seppur temporaneamente, una delle sue opere, è un privilegio straordinario.

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