Ritorna una delle sagre più antiche dell'Umbria: piatti tipici e gli immancabili fuochi d'artificio
Una festa con radici antiche, dove la devozione a Maria si unisce a tradizioni popolari ed eventi culturali. “È sicuramente profondo e diffuso il senso di devozione che la popolazione di Panicarola e non solo ha sempre avuto e continua tutt’oggi ad avere nei confronti di questo luogo”. Ne sono testimonianza gli scritti di Don Pasquale Tromba “Madonna del Busso 1842-1942” e di Don Egidio Binacchiella in “Memorie di Panicarola” e “Castiglione del Lago e i suoi dintorni”, testi che la comunità parrocchiale di Panicarola ha rimesso in ristampa.
Una festa che continua a oltre 170 anni dalla costruzione della prima cappella votiva, a richiamare un grande afflusso di gente, proprio al termine della bella stagione, un periodo stagionale che ogni anno fa sospirare gli organizzatori. Anche negli ultimi anni si sono succeduti spettacoli importanti, dalle tradizionali corse di cavalli, alle manifestazioni di paracadutismo, mostre fotografiche e di pittura, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, testimonianze di personaggi del mondo politico e della cultura in generale, oltre serate danzanti con qualificate orchestre.
Questi ed altri eventi, collaterali a quelli religiosi, sempre molto partecipati, si sforzano di porre attenzione anche verso il sociale cercando di tradursi in azioni concrete di solidarietà. Costante e unico resta lo spettacolo pirotecnico che attira, nonostante l'ora e la tarda stagione, migliaia di spettatori; i fuochi d'artificio della Madonna del Busso si distinguono per la loro particolare presentazione. Il pubblico partecipa ad uno spettacolo unico, circondato da effetti pirotecnici, come fontane, razzi e petardi.
Una cucina all'insegna della qualità e della valorizzazione dei prodotti locali Anche la Festa del Busso, sulla scia delle innumerevoli sagre paesane che si succedono nella nostra regione, ha voluto caratterizzare il proprio menù con piatti e ricette tradizionali: agnello, castrato e arrosticini sono diventati piatti forti del ricco menù della festa. L'agnello, alimento “prezioso e, se vogliamo, simbolico”, non è piatto di tutti i giorni; richiede sapienza e impegno nella preparazione e nella cottura. La sua presenza sulle tavole in giorni e ricorrenze particolari dell'anno, si associa bene alla festa, “unica” per panicarolesi e non solo, una festa con radici molto antiche dove devozione religiosa si unisce a tradizioni popolari ed eventi culturali sempre più significativi.
Molti e diversificati i piatti e le ricette: coratina, gnocchi al ragù di castrato, pecora in umido con torta ed erba, arrosticini, scottadito e agnello allo spiedo! Per i non amanti di agnello: piatti a base di pesce di lago, pici all'aglione, amatriciana, torta al testo e molto altro.
In questo anno, anno internazionale dei legumi, alcune serate valorizzeranno piatti poveri e tipici della nostra tradizione quali ceci e baccalà, fagioli con cotiche, fagiolina del Trasimeno.