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Storie perugine - Nella "Fortezza" del Carcere di Piazza Partigiani: un libro, le foto, il racconto

Presentato in Feltrinelli l’ultimo libro del fotografo Franco Prevignano (“DENTRO l’ex penitenziario maschile di Perugia. Fotografia e memoria”) con testi di Paolo Belardi e Valeria Menchetelli, Lucio Biagioni, Bernardina Di Mario, Davide W. Pairone, Andrea Romizi: un accreditamento forte che passa attraverso contributi di esperti di riconosciuta competenza. Ne hanno parlato l’ex assessore comunale alla cultura Andrea Cernicchi e il fotografo Marco Giugliarelli.

Cernicchi si è soffermato su quello che è stato e su ciò che potrebbe divenire quell’enorme struttura, per la quale si ipotizzano, da anni, molteplicità di funzioni. Non sempre adeguate. Prevignano non è nuovo al racconto della città: lo ha fatto – tra l’altro – per il cimitero monumentale, per il Jazz, per la piazza del Bacio, nella recente esposizione “Perugia Up and Down”, presentata da chi scrive. La sua persuasa peruginità (Franco è nativo di Genova, ma perugino fino al midollo) si traduce – racconta il collega Giugliarelli – in un atto d’amore, declinato attraverso un appassionato racconto in bianco e nero. Dimostrando un coraggio che lo accomuna a quello dell’editore Raffaele Marciano, finito dentro un’avventura editoriale dai contorni economici perigliosi.

Quel luogo di sofferenza è rimasto – dice l’editore Aguaplano – come congelato, in una fissità che propone una paralisi del tempo, un fermo immagine raccontato da giornali ancora aperti sulla pagina sportiva, da camici immacolati appoggiati all’appendiabiti, da attrezzature in attesa di un indice che le accenda. Questa discesa agli inferi di Prevignano è avvenuta in 4 sessioni di esplorazione fotografica, intensa e partecipata.

Un racconto poetico e straziante, con le parole di rabbia e disperata tensione vergate sui muri, nel cuore della città e, al tempo stesso, al margine di una comunità. Dove, talvolta, è vano cercare umanità e comprensione.  Una contaminazione di storia e voglia di riscatto, tra affabulazione e diegesi di dolore. Alla presentazione era presente anche Gustavo Sanchirico, nota figura dell’anarchia perugina, autore – egli stesso – di un libello sul carcere di piazza Partigiani, tra poesia, rabbia, politica, immagini e autobiografia. Non ha avuto modo d’intervenire: peccato!

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