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INVIATO CITTADINO Peruginità: quando con Marco Vergoni facemmo pubblicità (occulta, mica tanto) a Carla Schucani

Espressioni perugine e grafiche d’autore. Quando con Marco Vergoni facemmo pubblicità (occulta, mica tanto) a Carla Schucani. Il nostro libro “… e lascia sta i santi” (Aguaplano editore) fu un unicum derivante da un ragionamento: non esiste un “breviario laico” perugino, dalla preghiera al turpiloquio… ma con garbo. Perché non mettervi mano? Ne parlammo con l’editore Raffaele Marciano, agli inizi della sua attività imprenditoriale, ma sempre attento alla qualità.

Ne ragionai con l’amico Marco Vergoni, uno dei più versatili grafici nazionali, oltre che perugino doc. Il proposito gli piacque anche se, come sempre, avanzò riserve di impegni incalzanti. Quando gli dissi: “Cercherò un’altra collaborazione”, mi rispose alla sua maniera: “I disegni… per quando ti servono?”. “Per subito”, fu la risposta. E la cosa andò avanti. Gli consegnai un ciuffo di detti perugini e lui realizzò, con la tavoletta grafica, una quantità straordinaria di lavori in pochissimo tempo.

Il libro era venuto bene, ma costava, perché rilegato e cucito a filo di refe, con copertina rigida telata, cofanetto e tutto quanto contribuiva a farne un prodotto di nicchia. Per coprire le spese, pensammo di rivolgerci a diversi imprenditori che si impegnassero in acquisto copie. Bussammo a diverse porte e qualcuno promise, ma non mantenne. La più puntuale, e l’unica a rispettare l’impegno, fu Carla Schucani, ultima erede (insieme alla sorella Nicky) dei fasti della storica pasticceria Sandri di corso Vannucci.

Ci chiese di non essere sfacciati, ossia di proporre qualcosa di elegante e in punta di penna(rello). Marco realizzò il capolavoro in pagina, col nome “Sandri” che si legge alla rovescia e su una bustina di zucchero. Il detto perugino è quello che suona “Sentirè che orzo!”, per significare una minaccia. In doppio senso dell’orzo da bere fu utilizzato da Marco per la vignetta, con la faccia schifata dell’avventore. Quasi una pubblicità “alla rovescia”, come la scritta sulla vetrina.

All’interno, mi divertii a raccontare la storia di don Elio Bromuri e dell’avventura di rilancio della figura di Ercolano con l’invenzione dei pescetti di mandorla. Questa la racconterò un’altra volta. Per ora mi limito a riproporre quell’elegante disegno. Utile a ricordare la bravura di Marco (che se la ride da lassù) e la generosità di Carla Schucani, pasticcera, artista, donna talentuosa e di grande umanità.
 

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