rotate-mobile
Cultura Centro Storico

Sognare come Sergio ci ha insegnato: "Facciamo del Turreno la casa della musica"

Una platea gremita di gente al teatro Turreno, riaperto in via del tutto eccezionale, il 29 settembre. Presenti gli amici più cari, tra artisti famosi e collaboratori di una vita

Ridono. Si guardano. L’applauso scatta immediato. Sono i volti a parlare e non solo le parole in certi momenti. Seduti sulle poltrone del Turreno non ci sono, infatti, questa sera, solo gli amici di Sergino. Seduti in quelle poltrone c’è una città intera, pronta a rendere omaggio a chi questa città l’ha amata, ma non amata per modo di dire, l’ha amata con la volontà dell’osare, con la speranza dei sogni, con l’occhio di chi guarda lontano come un pazzo fuori dagli schemi che tutto può e tutto chiede.

Si riparte da qui. Si riparte dagli occhi di Sergio. Si riparte con la sua volontà di sognare, cambiare e magari, perché no, a volte, anche inciampare. La Fondazione in onore di Sergio Piazzoli altro non è che l’embrione di un sogno pronto a divenire germoglio. Ma per fare questo ci vuole lo sforzo convinto di tutti, perché per raggiungere un obiettivo bisogna crederci in maniera del tutto incondizionata e a crederci deve essere una città intera.

“Vorremmo creare una casa della musica – spiega Virgilio Ambroglini, promotore della Fondazione e amico di vecchia data di Sergio Piazzoli -, vogliamo che il Turreno risorga dalle ceneri e possa divenire sala incisione e vero e proprio laboratorio musicale, ma anche tanto altro”. Per farlo serve però l’auto degli enti privati, delle sovvenzioni europee, magari seguendo l’esempio di chi come Arianna Ciccone e Cris Potter ha tentato la strada del crowfounding per il loro Festival Internazionale del Giornalismo.

Presentazione fondazione Sergio Piazzoli

Perché senza gli altri non si è nessuno. A insegnarlo a tutti è stato proprio Sergino e la miriade di aneddoti che si sono susseguiti uno dopo l’altro, ne sono la prova. Amici, collaboratori di una vita e il mondo delle istituzioni. Tutti lì, in quella platea. Tutti lì con i loro ricordi che hanno come sfondo il suo sorriso e quegli occhi da bambino che si emozionavano a ogni nuova, eclettica ed emozionate avventura. Oggi non mancava proprio nessuno. Presente anche Vinicio Capossela che ha voluto ricordare a modo suo Sergino, ma a modo suo ha voluto esprimere anche l’immenso affetto per la compagna di una vita di Sergio, Patrizia. La compagna a cui il noto cantautore italiano ha dedicato alla fine della serata una canzone in pieno stile bosanova, la musica che tanto odia lui, ma che tanto ama lei.

Adesso il primo mattone è stato posato. Un sogno che appare impossibile. Uno di quei sogni, insomma, che amava tanto il papà della Musical Box. Uno di quei sogni che ti dicono tutti: “Ma voi siete matti”, ma che poi, alla fine, una volta realizzati, tutti ti guardano e ti dicono “che genio”, mentre tu trasognante, ancora con gli occhi da bambino, dici a te stesso “ sapevo che ce l’avremmo fatta”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sognare come Sergio ci ha insegnato: "Facciamo del Turreno la casa della musica"

PerugiaToday è in caricamento