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IJF: i 60 anni de L’Espresso e i media indipendenti nella Russia di Putin

L'Isis, i media indipendenti in Russia, l'Oriente sui media italiani, la disoccupazione giovanile in Europa; sono solo alcuni dei grandi temi trattati in questo penultimo giorno del festival. Alle 22.30, la proiezione del documentario premio Oscar su Edward Snowden

Si è entrati nel vivo di questa nona edizione del Festival Internazionale del Giornalismo che ha visto, il capoluogo umbro, divenire poliedrico palcoscenico dei media mondiali e dell’informazione. L’attualità ed il futuro, le strade possibili verso nuove forme di editoria, i mainstream della comunicazione, le nuove frontiere del giornalismo, si confrontano con i grandi temi internazionali in un dibattito a più voci sulla cultura e l’informazione.

Tra i protagonisti di questa intensa giornata, Lirio Abbate, storico inviato de L’Espresso, che, in occasione dei 60 anni dalla nascita editoriale della rivista, festeggiata sul palco del Festival, ha ripercorso la gloriosa storia giornalistica incentrata su inchieste, approfondimenti, campagne civili. All’incontro hanno partecipato anche Beatrice Dondi, Marco Damilano, Marco Pratellesi e Alessandro Gilioli, tutti giornalisti del settimanale.

Un’avventura, quella de L’Espresso, iniziata nel 1955 per dar voce all’Italia con le grandi inchieste, celebre quella sullo scandalo Lockheed che portò alle dimissioni del presidente Giovanni Leone (1978). Lirio Abbate, che si è occupato della recentissima inchiesta su Mafia Capitale, ha anche sottolineato la funzione sociale e culturale del giornalismo; i reporter sono i "cani da guardia" della società civile. Solo grazie alla cultura e alla diffusione delle idee è possibile combattere la corruzione e la criminalità organizzata.

L’Isis e la propaganda del terrore è stato uno dei temi caldi di questa penultima giornata del Festival; tra gli ospiti, Hassan Hassan del National, il freelance Fabio Chiusi, Eugenio Dacrema e Marta Serafini del Corriere della Sera. L’efficacia dell’ultraviolenza, in cui è stata incentrata la propaganda dell’Isis, ha avuto un impatto comunicativo così forte da raggiungere ed attrarre l’Occidente, esaltando la cultura del terrore attraverso la mediazione di immagini in cui sangue e decapitazioni hanno avuto un ruolo narrativo di primo piano. I media ai servizio dei gruppi terroristici, sfruttando il  panorama degli strumenti comunicativi, hanno confezionato dapprima show spettacolari nell’era imperante della televisione, infine, cavalcando l’onda dei new media”, hanno potuto narrare una realtà in grande espansione, cercando di dimostrare che gli islamici nel proprio territorio potranno vivere la vita islamica perfetta. Ma, come spiega Dacrema, la descrizione del califfato come di uno Stato in continua espansione è una narrazione falsata, amplificata, ed i media nostrani, dando credito a questa visione, potrebbero paradossalmente aiutare la propaganda dell’Isis, creando un processo di autoavverazione, generando possibili nuovi adepti che riconoscano nell’Isis, uno “stato” di grandezza suprema.

La forza, il coraggio dei media indipendenti russi sotto il regime di Putin è stato al centro di un dibattito che ha visto protagonisti Maria Makeeva, vice direttrice dell’emittente televisiva  TV Rain e Ivan Kolpakov, videdirettore di Meduza. Si deve a loro, ai media indipendenti russi, il merito di aver salvato e continuare a salvare l’informazione, nonostante siano sempre nel “mirino” dei politici. Maria Makeeva, racconta così la nascita di una emittente televisiva che, in 5 anni, ha saputo raccogliere la voce dell’informazione libera senza aver mai concordato servizi con il Cremlino. Una dura battaglia per la libertà di stampa appoggiata dalla gente con un servizio di abbonamenti; il primo in Russia, dal momento che non esiste il canone per vedere i canali televisivi. Un sostegno, voluto dal “basso”, in nome della verità, senza filtraggi politici e restrittivi. Sarà questo il nuovo modello dell’informazione russa, nata come voce marginale ed oggi realtà presente sul territorio in nome della libera informazione.

Alle 22.30. alla Sala dei Notari di Perugia, sarà presentato al pubblico il documentario Premio Oscar “Cityzenfour” di Laura Poitras su Edward Snowden, l’ex analista della CNA che ha svelato l’abnorme violazione della privacy mondiale che gli Stati Uniti fecero passare come misure di sicurezza per l’antiterrorismo. La regista è membro del Consiglio della Fondazione sulla libertà di stampa.

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