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Venerdì, 19 Aprile 2024
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“Sciabole, matite, pennarelli”, in Corso Bersaglieri una mostra unica

“Sciabole, matite, pennarelli” è il titolo della mostra, vista al Sansalù di corso Bersaglieri, in occasione della festa che ricorda quel 14 settembre 1860, data in cui la Vetusta fu liberata dal giogo papalino

“Sciabole, matite, pennarelli” è il titolo della mostra, vista al Sansalù di corso Bersaglieri, in occasione della festa che ricorda quel 14 settembre 1860, data in cui la Vetusta fu liberata dal giogo papalino. L’artista Pierantonio Bartoloni è figlio d’arte: suo padre Giovanni ha lasciato un segno nella storia dell’arte perugina.

Pierantonio ha, da sempre, una felicissima mano nel disegno e risulta dotato di una robusta dose di umorismo. Se è vero che la minuzia e l’ironia con cui rappresenta il mondo militare e guerresco denotano una forte carica di vis satirica. Ma Bartoloni irride senza disprezzo, con una levità che esclude il dileggio.

Matite e pennarelli da simpatica canaglia, punte intinte nel peperoncino, non nel curaro, fanno di queste vignette, elaborate  e spiazzanti, dei capolavori. Il tratto è deciso, il chiaroscuro deriva da un tratteggio accurato e perfino maniacale. Una grafica elegante e matura connota il prodotto.

Una passione a lungo coltivata, quella di entrare nell’Arma dei Carabinieri, è stata impedita da un banale incidente. Ma Pierantonio non molla: quel mondo lo effigia con simpatia e rispetto. Sono i carabinieri gli unici personaggi davanti ai quali Bartoloni si mette sull’attenti. Per tutti gli altri… solo sfottò.

Così incontriamo generali felloni, carichi di medaglie e tronfi nelle loro pose ridicole. E  poi cavalieri alla carica, soldatini smarriti, onusti di strumenti di morte, ma poco convinti nell’usarli.

E non manca nemmeno il gioco dell’autoritratto, con tanto di baffo e di occhiali, sul tavolo ingombro di penne, pennelli e pennarelli, col protagonista intento a stilare un bizzarro uomo vitruviano. Dice di sé: “Per sua fortuna, ha un buon lavoro e non deve fare l’illustratore per vivere”. Hobby, insomma. Ma si sa che trarre diletto da ciò che si fa restituisce dignità al termine “dilettante”.

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