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Da non perdere! Inaugurata la mostra dell’artista Romeo Battisti, all’interno del resort BlueBay, Colle della Trinità

È aperta da sabato 14 luglio la mostra “Uno sguardo all’infinito”, dell’artista Romeo Battisti, all’interno della splendida location del resort BlueBay, Colle della Trinità: un luogo che si appresta a diventare centro di riferimento dell’arte contemporanea. Si muovono concordemente in tal senso il proprietario, dottor Angelini, e la direttrice della struttura, Rosmery Ortega. Battisti ha avuto i natali in quel di Poggio Bustone, non casualmente Heimat del cantante e autore Lucio, che incidentalmente appartiene alla stessa famiglia. Circostanza che assume rilievo quando si pensi alla comune vocazione creativa, anche se in diversi àmbiti artistici declinata.

Romeo Battisti propone, alla Trinità, diversi lavori, accomunati da una ricerca di forte caratura, che attraversa territori figurativi con robusti smarginamenti nel concettuale. In mostra, fra l’altro, i cicli “Meditazione”, “Bendati”, “Fleurs”, presentati con freschezza e disinvoltura dall’artista Nino Marziano: musicista, cantante, attore, scrittore, finissimo e autoironico dicitore. Presenti lo scultore Paolo Ballerani e la cantante Antonella Falteri che hanno molto ammirato la mostra. Il lavoro discende da una formazione strutturata (Istituto d’Arte, Accademia) che ha reso Battisti pienamente padrone di strumenti tecnici, alimentati da una cultura di vaglia e da una solida ispirazione.

La produzione si segnala per un percorso che indaga le infinite possibilità di acrilici, tele e carte, utilizzate per addizione e sottrazione, scavate e martoriate, indagate e piegate ad evocare potenti significazioni che attingono alla sfera del filosofico-esistenziale. I colori bruciati e l’attenzione al monocromatismo fanno di queste opere un prototipo di onesta e non banale “meditazione”. Battisti, infatti, non si contenta di adagiarsi sull’acquisito, ma si sottopone a una continua e inesausta ricerca di morfemi, grafemi e moduli espressivi dalle potenzialità illimitate, frutto di un work in progress euristico e prolifico generatore di sensazioni. Di “scoperte”, verrebbe da dire: per lui, non meno che per noi. 

Sembra - e crediamo che sia realmente - un occhio “metà ta fisikà”, oltre la dimensione del reale che fornisce lo spunto, ma non esaurisce il messaggio. Una ricerca delle idee primigenie, degli archetipi che punteggiano la storia dell’umanità. Il tutto intriso di un simbolismo che è connaturato all’essenza stessa dell’uomo, simbolo e creatura misteriosa… perfino a se stessa. Scrive di Battisti la figlia Maya: “Il suo volto, con gli occhi socchiusi nelle ore di meditazione, non scrutavano né l’interno né l’esterno, ma l’altrove, ove l’animo si realizza, ove la vita, disgregandosi, si concretizza”.

Per dire che l’arte vuole “realtà invisibili” o, come scrive Borges, “irrealtà visibili”. E tutto ciò si percepisce distintamente nella produzione di questo artista originale e divergente. Ma anche intriso di profonda umanità, incredibilmente e irriducibilmente umano.

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