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Castel Rigone, al Festival internazionale dei Giovani Concertisti si parla d’amore

Piazza Sant’Agostino, stipata all’inverosimile. Giganteggia Sotgiu... per bravura e generosità

Castel Rigone, al Festival internazionale dei Giovani Concertisti si parla d’amore. Piazza Sant’Agostino, stipata all’inverosimile per assistere a un evento che coniuga il bel canto con la canzone napoletana. Accompagnati al pianoforte da Daniele Ciullo, sul palco tre tenori, una sicura promessa (il giovanissimo Matteo Tavini), una certezza (il russo Vladimir Reutov), una solida, e perfino scontata, conferma (il nostro David Sotgiu). David finalmente in gran forma, sebbene uscito da un periodo di non piena salute.

Propongono da Monteverdi a Scarlatti, Mozart, Puccini, Donizetti, Puccini, Bellini, Bizet e poi la musica “leggera” di Tosti e Bixio, coi classici aggiunti in un munifico fuori programma.

Fa tenerezza il promettente Matteo Tavini, diciottenne aretino fresco di liceo, dalla voce in formazione, ma diligente ed emozionatissimo, attento e impegnato. Proprio a lui il compito dell’apertura. Deve pur farsi le ossa.

Reutov ha già calcato importanti palcoscenici e si propone con sicurezza. Ma il deus ex machina è il nostro David Sotgiu: nome sardo, ma perugino per nascita, studi, parlata e antropologia. E la sua peruginità appare anche nel modo discreto e generoso di fare spazio agli altri. È particolarmente tenero col tenorino di Arezzo che guida, stimola, incoraggia.

Quando serve, David fa un passo indietro per lasciare spazio. È stato un momento toccante e tenerissimo, fulgido esempio di calda umanità. A riprova della convinzione degli antichi del fatto che Orfeo, con l’incanto della musica, trascinasse perfino gli alberi e i sassi. Grazie, David, per questa ulteriore prova del tuo carattere. Abbiamo assistito ad altre performance di “tre tenori”, bravissimi, ma concorrenziali e autocentrati. Ieri sera è stata, per tutta quella gente, un bell’esempio di solidarietà, un insegnamento di vita da portarsi a casa. La tua gentilezza, da sola, valeva il costo del biglietto.

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