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Economia

Usura, la situazione in Umbria: in aumento con la crisi economica

Dall'assemblea della Fondazione Umbria contro l'usura emerge che con il pressare della recessione economica, che c'è una diffusione delle tipologie di persone che chiedeono aiuto

Dall'assemblea della Fondazione Umbria contro l'usura emerge che con il pressare della crisi economica di questo periodo, che c'è una diffusione delle tipologie di persone che chiedeono aiuto a causa del fenomeno usura.

A questo proposito, l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi, intervenendo all’assemblea generale dei soci della Fondazione convocata per l’approvazione del bilancio consuntivo 2011 e del bilancio di previsione 2012 ha promesso che: “La Regione Umbria si attiverà formalmente affinché alla Fondazione Umbria contro l’usura vengano erogati i contributi governativi previsti dalla legge e che non è tollerabile non riceva più dal 2006”.

“A causa di una crisi che sta interessando pesantemente anche la nostra regione- ha rilevato-si registra un progressivo allargamento delle tipologie di persone che, in gravi difficoltà economiche, chiedono aiuto alla Fondazione. Fra loro, ora, anche pensionati e lavoratori dipendenti che non riescono a far fronte ai pagamenti delle rate dei mutui o dei tributi fiscali. Una situazione destinata ad acuirsi e che richiede da parte di tutti un’azione sinergica e un maggior impegno, anche in termini finanziari, per non lasciar spazio alle attività criminose e agli usurai”.

Ma è l'intervento del presidente Bellocchi che chiarisce il quadro del fenomeno dell'usura affermando che sempre più spesso, a differenza di quanto accadeva negli anni precedenti, si giustifica la difficoltà economica con la perdita del lavoro. A loro volta, artigiani, commercianti e piccoli imprenditori rappresentano l’impossibilità di pagare mutui, prestiti finanziari e di onorare debiti a causa della contrazione del mercato, che in alcuni settori – quali la ristorazionesfiora il 50 per cento. Le richieste di aiuto provengono da tutto il territorio regionale, con la crisi che non risparmia nessun settore: dall’industria all’agricoltura, dal commercio al turismo.

Nel confermare il mantenimento delle risorse regionali per l’attività della Fondazione (nel 2011 oltre 371mila euro, mentre gli altri soci complessivamente hanno erogato circa 120mila euro) e la volontà di potenziarle, Riommi ha anticipato che la Regione, oltre ad attivarsi nei confronti del Governo, solleciterà Comuni, Province ed Enti pubblici perché adeguino i loro contributi.

“Un’altra novità – ha detto Bellocchi – è che a rivolgersi alla Fondazione è un numero crescente di donne; da loro proviene quasi il 25 per cento delle pratiche trattate lo scorso anno”.

La gravità, e le novità, del fenomeno in Umbria sono state illustrate dal presidente della Fondazione “Umbria contro l’usura”, Alberto Bellocchi: “Cominciano a essere sempre più frequenti le famiglie con reddito dell’impiego fisso che non riescono a far fronte agli impegni presi negli anni passati o in cui uno dei componenti ha perso il posto di lavoro. La Fondazione nel 2011 ha deliberato interventi per oltre 1 milione e 200mila euro, e ha esaminato più di 120 domande di aiuto, il 50 per cento in più rispetto al 2010. Nel 40 per cento dei casi le domande sono state presentate da dipendenti o pensionati (questi ultimi sono il 15 per cento); per il 42 per cento da commercianti e artigiani. Quasi tutti hanno problemi per il pagamento di mutui o prestiti finanziari; il 20 per cento circa, altra novità, ha “pesanti pendenze con Equitalia, a dimostrazione di quanto stia diventando insopportabile il carico fiscale”.

 


 

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