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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

L'Umbria chiude l'anno senza ripresa: "Meno lavoro e più giovani che se ne vanno"

La crisi dell'Umbria? E' antecedente al terremoto della Valnerina. Il sisma ha colpito soprattutto i flussi turistici, la crisi viene da lontano"

E' un'Umbria sempre più povera, quella che emerge dai dati della Cgil: chiude il 2016 senza ripresa economica, mentre il devastante terremoto della Valnerina, ha contribuito a spezzare i flussi turistici in tutta la regione che erano comunque in ripresa nella prima parte dell'anno. "Il 2016 è stato un anno complesso anche per la Cgil- commenta il segretario generale della Camera del lavoro Filippo Ciavaglia- Riusciamo a tenere un trend positivo perchè abbiamo 42mila iscritti e 43mila attivi, anche se c'è stato un calo di 2500 iscritti. E questo perchè non c'è il lavoro. Cercheremo comunque di mantenere attivi tutti i nostri presidi anche nel 2017 e da gennaio ci saranno anche dei cambiamenti per quanto riguarda l'assistenza ai patronati".

Ma come chiude il suo"bilancio" economico l'Umbria? "I dati che abbiamo ci dicono che la crisi viene da lontano e questo si percepisce in più versanti. Insomma, il terremoto ha sicuramente peggiorato la situazione, andando ad intaccare il settore del turismo, che comunque, non può rappresentare l'unica risorsa della nostra regione. In Umbria c'è bisogno di lavoro, di manufatturiero- chiosa Ciavaglia- nei primi dieci mesi del 2016 si è verificato un vero e proprio crollo delle assunzioni a tempo indeterminato, passando da 17.689 a 10.111 con il calo più alto fra tutte le regioni in Italia. E qui non si può davvero sostenere che esista un nesso con il sisma in Valnerina. In provincia di Perugia si è passati da circa 15mila assunzioni nel 2015 alle attuali 8.055". E poi c'è la questione della fascia appenninica: "la più grande vertenza dell'Italia centrale (quella della ex Merloni) rischia di chiudersi senza un nulla di fatto, con la JP di Porcarelli al palo e centiniaia di lavoratori con coperture salariali esaurite"

Un altro problema risiede in un uso improprio e sempre più dilagante dei voucher, "ha sicuramente cambiato la condizione economica e sociale dei lavoratori e dei giovani in particolare". Il 35% delle persone pagate con i voucher hanno meno di 29 anni su 30mila lavoratori voucheristi. In provincia di Perugia sono invece circa 21mila, di cui 7mila giovanissimi". Una condizione, quella del lavoro, che ha costretto molti ad emigrare e a spostarsi in cerca di nuove occupazioni. Nel 2015 circa 6mila residenti nella provincia di Perugia si sono trasferiti o in altre regioni d'Italia o all'estero. Circa 12mila persone sono giovani aldisotto dei 40 anni. "Questi esempi dimostrano che la crisi in Umbria viene da lontano. Occorre ripartire per realizzare politiche economiche che rilancino la domanda, affrontino il nodo delle diseguaglianze crescenti, mettendo in campo un piano di lavoro per l'Umbria. 

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