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Prima internet, poi il cemento: ecco il nuovo regolamento per la fibra ottica in Umbria

La Giunta regionale approva il documento. In caso di interventi di nuova costruzione o ristrutturazione di edifici pubblici, si dovrà prevedere la posa in opera di condotti, anche verticali, per il cablaggio della rete a banda larga

Partiamo dai fondamentali. In Umbria quando si costruiscono nuove opere stradali e altre opere civili le strutture di base per ospitare la rete a fibra ottica dovranno essere previste fin dalla fase di progettazione. Ovvero, tutto pronto per essere connesso ad internet ad alta velocità.
Lo prevede il nuovo Regolamento Regionale, che, accompagnato da un allegato tecnico, detta le indicazioni per realizzare le infrastrutture di posa (cavidotti) e che è stato definitivamente approvato dalla Giunta regionale, nella sua ultima seduta, su proposta dell’assessore Stefano Vinti ed è ora in via di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Umbria. Per “nuove opere stradali”, spiegano da Palazzo Donini, si intende la realizzazione e la manutenzione straordinaria di infrastrutture stradali, mentre con “altre opere civili” si intende realizzazione di impianti, servizi e infrastrutture a rete di interesse pubblico in materia di trasporti, telecomunicazioni, acque, energia e teleriscaldamento.

Il regolamento prevede inoltre che, in caso di interventi di nuova costruzione o ristrutturazione, con demolizione e ricostruzione, di edifici pubblici, si dovrà prevedere la posa in opera di condotti, anche verticali, per il cablaggio della rete a banda larga e la realizzazione di locali per le apparecchiature per le telecomunicazioni.

“La finalità di queste disposizioni - ha spiegato l’assessore Vinti - è quella di dotare la pubblica amministrazione di reti di cavidotti orizzontali e verticali, che potrebbero anche rimanere temporaneamente vuoti, già nella fase di realizzazione di quelle opere pubbliche, ottenendo così un duplice effetto di risparmio di denaro pubblico. Da una parte, perché inserire in nuovo cavidotto mentre si sta costruendo una strada o un edificio pubblico costa solo poche decine di euro e, dall’altra, di evitare successivi lavori di adattamento di quelle strutture, con notevoli risparmi circa una loro inevitabile risistemazione definitiva”.

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