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Umbria, sanità: la Cisl chiede un confronto urgente sugli aumenti

Per la Cisl è urgente il bisogno di confronto tra i sindacati, le categorie interessate e la Regione Umbria sul sistema santiario regionale e sull'aumento del 29 per cento della tariffa per le visite in regime di intramoenia

La Cisl vuole un confronto con la Regione sulla decisione dell’aumento del 29 % della tariffa per le visite in regime di intramoenia.

La Cisl dell’Umbria intende di nuovo ribadire la propria posizione, peraltro già espressa ufficialmente nell’incontro svolto nei giorni scorsi, presso l’assessorato alla sanità su questi argomenti. E’ evidente a tutti che, nel Dipartimento delle Prevenzione, oltre che potenziare i servizi e le attività, come prevede il Piano Sanitario Regionale, destinandoci anche maggiori risorse (oggi si spende meno di quanto previsto dal Piano Sanitario Regionale) è bene anche attivare una riorganizzazione condivisa.

Questa, dovrà consentire una più elevata qualificazione e efficienza del servizio e un più ottimale utilizzo delle risorse professionali e finanziarie a partire dal servizio di prevenzione della salute e sicurezza sul lavoro, dove per altro l’Umbria ha il triste primato di morti sul lavoro, per finire a quello dell’integrazione socio-sanitaria per quanto riguarda la salute pubblica.

Il sindacato si chiede se non sia più utile e funzionale che questo processo di riorganizzazione si contestualizzi a una riforma complessiva del sistema sanitario umbro peraltro già annunciata per il mese di marzo dallo stesso governo regionale. E’ ragionevole riorganizzare i dipartimenti della prevenzione in 4 aree in 4 Asl con la nomina di 16 coordinatori quando siamo alla vigilia della riforma del sistema che dovrà produrre anche una riduzione del numero delle aziende?

"I processi di riforma, per essere efficaci, è bene iniziarli dalla “testa” e non dai “piedi”! Relativamente all’aumento della tariffa per le visite in intramoenia la Cisl, così come aveva espresso plauso alla Presidente Marini per la scelta equa a suo tempo fatta in materia di tickets leggeri e selettivi, ritiene, oggi, discutibile, la scelta di aumento generalizzato della tariffa sull’intramoenia decisa per compensare i mancati introiti dei tickets leggeri, per due ragioni: la prima perché, intensificando i controlli sulle dichiarazioni di redditi relative all’esenzione, la precedente misura sui ticket leggeri può garantire un gettito maggiore e si colpirebbero i “furbi”; affermano dal sindacato.

L’aumento della tariffa, così proposto,  appare davvero pesante (altre regioni lo hanno applicato in misura inferiore) e privo di un criterio di selettività che consenta un’esenzione parziale e/o ridotta ai redditi medio – bassi. La Cisl non è contraria a sistemi di compartizione alla spesa da parte dei cittadini nei servizi sociali come nella sanità, ma a patto che sia applicata con criteri equi, selettivi e graduati in relazione alla condizioni economiche, sociali e di reddito delle persone e della composizione del nucleo familiare.

Per questi motivi, la Cisl chiede al Governo regionale che siano riannodati i fili di un confronto con il sindacato sulla riforma complessiva del Sistema Sanitario Regionale rispetto al quale la Cisl ha già fornito, nelle settimane scorse, un proprio articolato contributo di idee e proposte, che la Cisl rilancerà anche nella assemblea dei quadri del pubblico impiego di giovedì prossimo.


 

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