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Economia

Acque agitate all'aeroporto di Perugia: sciopero e assemblee dei lavoratori

I sindacati chiedono un incontro urgente con le istituzioni dell'Umbria: "Serve un futuro, non basta sopravvivere"

Da un lato lo sciopero in arrivo a metà maggio, dall’altra la “forte preoccupazione” dei sindacati dell’Umbria. Al centro c’è l’aeroporto San Francesco di Perugia. Per citare un film, “Che ne sarà di noi?”.

La situazione dello “scalo internazionale” è “in fase di stallo”. E questa cosa non va esattamente giù ai rappresentanti dei lavoratori. Così scatta l’assemblea con i lavoratori del San Francesco prevista per mercoledì 27 aprile e la richiesta “d’incontro unitario urgente con le Istituzioni regionali al fine di chiarire le reali intenzioni della Regione sul futuro di questo aeroporto, futuro che a nostro avviso non può essere di solo consolidamento, ma soprattutto di sviluppo, con l’obiettivo di una piena integrazione in un sistema infrastrutturale ferroviario e stradale efficace ed efficiente, tale da portare l’Umbria fuori da questo isolamento”.

Scrivono Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, insieme alle organizzazioni di categoria Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil: “Un aeroporto che dopo lunghi anni di attesa ha conseguito la concessione ventennale e l’inserimento negli scali di “interesse nazionale”, un riconoscimento subordinato però ad almeno due condizioni: la specializzazione dello scalo e una sua riconoscibile vocazione funzionale al sistema all’interno del bacino di utenza; e la dimostrazione, tramite un piano industriale corredato da un progetto economico e finanziario, che l’aeroporto è in grado di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario anche tendenziale e adeguati indici di solvibilità patrimoniale, almeno sul triennio. Un aeroporto efficiente, come già più volte sottolineato, contribuisce sia allo sviluppo locale del territorio in cui è inserito, sia all’integrazione dell’economia regionale con il resto del sistema economico nazionale e internazionale”.

E di questo, “come organizzazioni sindacali siamo perfettamente convinti, anche perché è proprio grazie ai lavoratori che è stato possibile realizzare incrementi di traffico significativi, arrivando a quasi 270.000 viaggiatori/anno. Una convinzione, la nostra, che era condivisa dalle precedenti amministrazioni regionali, dalle associazioni degli industriali e dalle Camere di Commercio che hanno investito economicamente per la crescita del “San Francesco”, contribuendo a trasformarlo da scalo “contadino” in aeroporto internazionale”.

Perché l’aeroporto “rappresenta il principale elemento di interconnessione con il resto del mondo, oggi fortunatamente alla portata di tutti, ed è quindi in grado di contribuire in maniera determinante alla sviluppo economico territoriale”.

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