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Economia

Bollette, Umbra Acque pensa al ricorso sulla "cauzione bocciata"

Il 95% degli umbri ha scelto nel referendum l'abolizione del 7% per la remunerazione del capitale investito. Ma la restituzione non sarà facile come per la cauzione bocciata dal Tribunale

Il ministro scrive, Umbra Acque prende tempo e i sindaci si interrogano sul come fare a non perdere ulteriori risorse. La storia è quella della restituzione agli utenti del 7 % che grava sulle bollette per la remunerazione del capitale investito ed abolito con gli ultimi referendum sull'acqua pubblica da oltre il 95 % degli umbri con un'affluenza record del 60 % degli aventi diritto.

In sostanza bisognerebbe soltanto fare quello che ha detto il ministro Corrado Clini: restituire i denari e basta. Ma sia Umbra Acque che gli Ato, non hanno intenzione di mollare la presa su quella percentuale di risorse incamerata. Intanto prendono tempo entrambi. Il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali al telefono a Perugia Today precisa che "se ne stanno occupando gli uffici" e che sarà "necessario riunire l'Ato per decidere".

Chi invece mette le mani avanti è il presidente di Umbra Acque Enrico Menichetti: "Come faremo a fare i grandi investimenti sulla rete senza questo 7 per cento della bolletta? Bisognerà insomma trovare tutti insieme con le associazioni dei consumatori meccanismi tariffari compensativi per potere continuare ad offrire servizi di elevata qualita' nell'intero ciclo, dalle sorgenti ai rubinetti e fino alle fognature". Si preannunciano nuovi aumenti.

Ma pur di non aprire la cassa Umbra Acque pensa ad un ricorso anche sul deposito cauzionale chiesto alle famiglie in caso di mancato pagamento delle bollette.

Il tribunale di Perugia ha emesso una ordinanza che definisce "vessatorio" l'aumento del deposito cauzionale richiesto da Umbra Acque a 70 mila clienti. Insomma è proprio vero che l'acqua è l'oro del futuro. 

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