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Trasimeno da record: tante tinche, carpe e lucci per l'economia locale e per la natura

Solo quest'anno oltre milione 200mila esemplari sono stati re-introdotti (sotto forma di avannotti o pesci di pochi centimentri) grazie al lavoro del centro Ittiogenico di Sant'Arcangelo. Una buona notizia per i pescatori e per i ristoranti del Trasimeno

I pescatori, gli amanti (in cucina) del pesce di Lago e anche gli ambientalisti possono dormire sonni tranquilli: al Trasimeno il presente e il futuro della sua fauna ittica di pregio è garantita. Solo quest'anno oltre milione 200mila esemplari sono stati re-introdotti (sotto forma di avannotti o pesci di pochi centimentri) grazie al lavoro del centro Ittiogenico di Sant'Arcangelo: carpe, lucci (sempre più rari nel resto del Paese) e per ultimo oltre 800mila tinche. Una specie quest'ultima che rischiava l'estinzione anni fa ed oggi invece è tornata ripopolare il Trasimeno con ottime ricadute sull'economia dato che si tratta di un pesce ottimo per la cucina tipica locale. 

Particolarmente prezioso è il lavoro che qui si compie a tutela del pregiato luccio, minacciato dalla competizione con specie di recente introduzione e dalla riduzione e degrado degli ambienti di frega e predazione. Del resto quella del Trasimeno è l'unica popolazione pura di “esox flaviae” in Italia. L'oro del Lago resta comunque il persico reale che cresce in abbondanza attirando da tutto il Paese pescatori sportivi e appassionati eno-gastronomia.

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