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Incertezza sulle aliquote Tasi: Perugia non decide, stangata post-elettorale?

Per il momento la rata sarà unica e a fine anno. Non c'è chiarezza sui costi e sulle aliquote per la parte comunale. Boccali rinvia tutta dopo la campagna elettorale. Romizi: "Nasconde una stangata se sarà rieletto"

Un'unica rata per pagare la stangata Tasi e con l'incertezza della reale portata della cifra che dovranno versare i contribuenti. Il Comune di Perugia ha deciso di non deliberare le aliquote di propria competenza sulla tassa nazionale Tasi che rappresenta la maggiore entrata per gli enti locali. Un rinvio che sembra fatto apposta per evitare ulteriori polemiche in campagna elettorale - si vota per le comunali il prossimo 25 maggio - ad un'amministrazione nel mirino delle opposizioni e in cerca di una riconferma per altri 5 anni.

Il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali in un'intervista ad un quotidiano nazionale del Pd ha confermato le difficoltà dei Comuni nell'applicazione della nuova imposta per mancanza di dati oggettivi tanto da far insorgere la stessa associazione dei comuni, l'Anci, anche per gli ulteriori tagli ai trasferimenti che ammonterebbero a ben più di 360 milioni. Insomma si cerca di capire quanto non arriva dal Governo per recuperarlo con la Tasi poi entro l'anno.

"Il Comune di Perugia infatti - ha concluso -, non le ha ancora deliberate. Farlo a pochi giorni dal voto sarebbe stato solo un'operazione elettoralistica. Ci mancano ad oggi troppi dati per poterlo fare, a partire da quello sul ripartizione del Fondo. Avremmo definito un bilancio impreciso che non voglio fare".

Immediata la replica del candidato a sindaco del centrodestra, Andrea Romizi, che ha parlato di un'azione elettorale per nascondere poi una stangata. "Evidentemente questa amministrazione - ha spiegato l'esponente di Forza Italia - ha in animo l'ennesima stangata che vuole evitare di far conoscere prima del voto. Anche con danno per le liquidità di cassa del Comune, interessi che paghiamo sulle anticipazioni ed ulteriori ritardi per i fornitori in attesa delle loro riscossioni. Questa - concluce Romizi - è l'ennesima dimostrazione di note modalità di amministrazione sulle quali è ormai urgente voltare pagina".

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