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Economia San Sisto

Perugina, grande adesione allo sciopero: i pro e i contro dell'accordo

PerugiaToday dopo aver seguito anche il sit-in dei sindacati descrive i pro e i contro della proposta di assunzione dei figli dei operai che rinunceranno a 10 ore alla settimana

Il 97 per cento dei dipendenti Perugina, nei vari turni di lavoro fino alle 13 di oggi, avrebbero aderito allo sciopero. La conferma arriva direttamente da Cisl, Cgil e Uil che hanno animato il sit-in di protesta contro l'azienda che ha avrebbe fatto, a loro dire, una proposta indecente ma esaltata dai media nazionale: i dipendenti con 40 ore alla settima a tempo indeterminato rinuncino a 10 ore e sarà assunto il proprio figlio maggiorenne. Il 3 agosto prossimo la multinazionale Nestlè inconterà i rappresentanti sindacali per un tavolo di trattative sulla proposta che rischia di creare divisioni di tutti i tipi, anche tra i dipendenti.

I sindacati, durante il sit-in, hanno ulteriormente smontato la proposta Nestlè con nuovi particolari: "Si cerca di marchionizzare lo stabilimento perugino creando una flessibilità selvaggia, senza regole utilizzando, eliminando anche il semplice concetto di posto fisso". E ancora: "Con questo accordo, oltre a farsi pubblicità, la Nelstè sta cercando di nascondere una crisi che mette a rischio tutti i posti di lavoro: siamo in piena produzione per il Natale e le commesse alcune sono a rischio e altre ridotte. Gli stagionali (circa 200) non sono stati richiamati e i part-time praticamente non hanno lavoro da svolgere. Altro che assunzioni in tempo di crisi, questa è la realtà". 
 
PerugiaToday.it, dopo aver ascoltato le ragioni dell'azienda e dei lavoratori, propone una lista dei pro e contro sulla vicenda per consentire al lettore di farsi una idea  dopo aver ascoltanto le parti in causa.
 
ELEMENTI A FAVORE
 
1) I cassintegrati rappresentano il 30 per cento della forza lavoro dell'Umbria. La disoccupazione giovanile è oltre il 28 per cento. La Perugina, pur per ragioni di bilancio, è disposta ad assumere giovani chiedendo ai padri di tagliarsi 10 ore a settimana. Un piccolo sacrificio soprattutto per coloro che sono in vista di una meritata pensione o hanno superato la sogla dei 50 anni. Contratti a tempo indeterminato tra l'altro 
 
2) L'accordo generazionale è la dimostrazione che lo stabilimento di San Sisto è un tassello fondamentale per la multinazionale dove non si cerca la via facile della delocalizione per risparmiare ma si rafforza la forza di lavoro con la flessibilità chiesta dai mercati e imposta dalla crisi
 
3)La staffetta padre e figlio è anche una scelta strategica: tramandare l'attaccamento del lavoratore nuovo al marchio che a sua volta è già a conoscenza dei carichi di lavoro, degli orari e dei prodotti da sfornare
 
ELEMENTI A SFAVORE
 
1) Il rischio della marchionizzazione: saltare i sindacati, trattare con delle proposte direttamente con i lavoratori ottenendo sacrifici e poi, a secondo delle convenienze, stracciare l'accordo in parte e in toto.
 
2) I dipendenti che accettano l'accordo non solo perdono il 25 per cento dello stipendio ma anche a fini pensionistici rischiano di ottenere in prospettiva un assegno nettamente inferiore ai 900 euro, mettendo a rischio i sacrifici e i diritti acquisiti nel corso degli anni di lavoro. Di contro i figli, con contrattazione flessibile, rischiano di avere stipendi senza scatti.
 
3) L'accordo generazionale della Nestlè non è il nuovo ma rappresenta il ripescaggio di una pratica prettamente italiana e risalente agli anni 70: le banche prevedevano di lasciare in eredità il posto ai figli; una scelta combattuta dai sindacati e di fatto resa minimale. Anche se oggi altri grandi enti propongono ai pensionati di lasciare in azienda la liquidazione in cambio di un'assunzione part-time del figlio. E chi è figlio di nessuno cosa deve fare per trovare lavoro?
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