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Aprire un agriturismo diventa veloce e "indolore", ecco la nuova strategia della Regione

Cambiamenti radicali per le attività agrituristiche. La proposta arrivano direttamente da palazzo Donini, a spiegarne il contenuto l'assessore alle politiche agroalimentari Fernanda Cecchini

E snellimento burocratico fu. O meglio lo snellimento burocratico sta per arrivare, ma solo per le attività agrituristiche. La notizia arriva direttamente da palazzo Donini, dove l’assessore alle politiche agricolo, Fernanda Cecchini, sta mettendo i “puntini sulle i” al disegno di legge in materia di “Agriturismo, fattorie didattiche e agricoltura sociale” e apportando le dovute modifiche alla “Disciplina delle attività agrituristiche”, regolate dalla legge regionale n. 28/1997.

Modifiche dovute sì, perché i cambiamenti ci saranno e riguarderanno in principale modo gli aspetti urbanistico, amministrativo e igienico-sanitario con un occhio di riguardo al rilascio dell’autorizzazione comunale. Parola d’ordine quindi: velocità e snellimento delle procedure.

Ma il provvedimento dovrà adesso affrontare una nuova e astiosa sida, quella del Tavolo tematico dell’Alleanza per lo sviluppo “Valorizzazione della risorsa Umbria” e del “Cal” e il lascia passare del Consiglio delle autonomie locali, prima di tornare in Giunta per l’adozione definitiva e l’invio al Consiglio regionale.

Cambiamenti sostanziali – Fissazione del tetto massimo per l’attività: “si è optato – come ha spiegato la Cecchini - per fissare il limite di ricettività agrituristica sulla base di un concetto di prevalenza delle attività agricole su quelle agrituristiche sulla base della comparazione del tempo-lavoro necessario per le due attività. A fronte di questo, verranno concordate con i servizi competenti in materia di turismo le tabelle tempo-lavoro che saranno approvate nel regolamento attuativo”. Prodotti aziendali nella somministrazione dei pasti:  “recependo i principi della legge nazionale – spiega l’assessore - fissa il limite in almeno il 30 per cento di prodotto aziendale nell’ambito di un 85 per cento complessivo di prodotti regionali tipici. L’attuale legge regionale fissa il limite nel 67% di prodotti propri o regionali indistintamente. Si tratta, quindi, di una sostanziale modifica che qualifica e delimita meglio l’attività di somministrazione di pasti in ambito agrituristico al fine di promuovere e dare valore aggiunto alla filiera enogastronomica regionale”. Relativamente alle piscine, è stato inserito un tetto di trenta posti per ciò che  concerne le strutture che possono beneficiare della deroga, allargata a tutte le attività ricettive. Come attività connessa, “viene data la possibilità di vendere prodotti aziendali o provenienti da altre aziende agricole, secondo quanto disposto dalla normativa nazionale. Viene sottolineato, inoltre, che l’azienda agricola che esercita attività agrituristiche non può esercitare altre tipologie di ospitalità e di ristorazione di carattere commerciale o a questo assimilabile e non può utilizzare denominazioni riferibili a queste ultime attività creando confusione nel mercato”.

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