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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

I politici a chiacchiere contro il precariato, poi però si taglia anche nel pubblico: in 9 a casa, altri 60 a rischio

C'è chi da dieci anni è costretto ad elemosinare un rinnovo ed ora si ritrova senza niente in mano. Drammatico dicembre per i lavoratori di Agenzia Umbria Ricerche. Tutto in alto mare per gli uomini e le donne dei Centri per l'Impiego

E poi c'è l'Altro Natale, l'ennesimo Altro Natale, di chi è precario e non sa fino alla fine del mese se nel 2018 avrà ancora uno stipendio. O peggio: ha la certezza che, dopo anni di contrattini, dovrà restare fermo per un po' di mesi o per sempre (dal giro del suo lavoro). Un caso su tutti sta emergendo in questo freddo dicembre: i 9 precari dell'Agenzia Umbria Ricerche, un laboratorio importante per capire come cambia l'Umbria, la sua economia, il mondo del sociale e il lavoro. Tutti dati a disposizione delle macchine pubbliche di casa nostra che dovrebbero in teoria prendere spunto davi vari dossier per una corretta gestione amministrativa. Il gruppo dell'Agenzia - c'è chi è precario da più di 10 anni - al 99.9 per cento non sarà riconfermato. Altro che ipotesi di stabilizzazione prevista dalla legge Madia per i precari storici. Tutti a casa. Tutti e nove.

"Dal 1 gennaio 2018 resteranno a casa - spiega una nota della Cgil -  e con loro se ne andranno progetti, ricerche, indagini che in questi ultimi anni hanno caratterizzato l’operato dell’Agenzia, rendendola famosa e conosciuta nel panorama nazionale ed europeo. Per mesi e mesi i precari hanno chiesto alla Regione di trovare soluzioni (come fatto in altri istituti di ricerca regionali), allarmati anche dalle repentine dimissioni del commissario straordinario dell'agenzia (direttore dal 2007 al 2015), a un mese dalla scadenza dei contratti. Dopo quasi tre anni di commissariamento dell’agenzia, tuttavia, la famosa legge di riforma degli enti regionali di ricerca non vede ancora la luce, e questo impedisce sia il rinnovo dei contratti precari sia l’avvio di qualsiasi procedura di stabilizzazione. Dati questi presupposti la strada intrapresa dalla Giunta regionale appare essere sempre più indirizzata verso il taglio indiscriminato delle risorse per ricerca ed innovazione, andando a mortificare il già povero e sotto potenziato sistema regionale". "Vorremmo sapere - coì concludono - dalla Presidente Marini se, in una Regione che fa del lavoro qualificato e della ricerca motivo di vanto, razionalizzare gli enti di ricerca possa significare l’avvio di una nuova fase per ammodernare o demolire definitivamente il sistema regionale dell’innovazione".

Chi rischia di finire nella lista de l'Altro Natale, quello senza luci e grande voglia di festeggiare, sono altri storici precari; gli uomini e le donne dei centri per l'impiego un tempo gestiti dalla Provincia. Un forza lavoro fondamentale per le imprese, per i lavoratori in cerca di nuova occupazione e corsi di formazione, per tutti coloro che devono accadere ai vari sostegni sociali. Sono molti di più delle nove unità dell'Agenzia ricerche: 50-60 precari. Lavoratori che, anche quest'anno, sono in attesa di sapere se saranno riconfermati oppure no? Ma è giusto restare fino all'ultimo giorno sulla graticola senza mai godersi in pace il Natale? Per chi comanda questo "Vaporetto" umbro... pare proprio di sì.

Ma quello che fa rabbia è che tutti a chiacchiere nei comuni e nella Regione si battono tutto l'anno contro il precariato in nome della stabilizzazione, ma quando si tratta di mettere mani alle assunzioni o alla riforme che ci toccano da vicino allora tutto cambia e i precari restano e qualcuno salta. Ma in questo 2017 non tutti sono uguali: il rettore Moriconi dell'Unipg ha prima promeso e poi mantenuto l'impegno, tutti assunti i precari a partire dal 2018 e qualcuno addirittura con più ore in busta paga rispetto al passato.

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