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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Umbria, Marini su rapporto economico-sociale: "Non rassegnarsi a crisi"

La presidente dell'Umbria, Marini in occasione del rapporto economico sociale sulla crisi economica, lancia un appello per non arrendersi alla congiuntura economica

"Non ci si può arrendere all'idea dell'ineluttabilità del declino. Anzi, è questo il tempo per maggiori politiche pubbliche che sappiano spingere verso un nuovo modello produttivo, più avanzato e in grado di favorire la crescita soprattutto di aziende in grado di determinare un maggior valore aggiunto". Questo è quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel suo intervento alla presentazione del Rapporto economico sociale  dal titolo "L'Umbria tra crisi e nuova globalizzazione: scenari, caratteri e tendenze", svoltasi questa mattina a Perugia, alla Sala dei Notari.

"Occorre anche - ha proseguito la presidente - una maggiore selettività delle stesse politiche pubbliche che devono saper intercettare quei settori dell'economia e del sistema produttivo regionale a maggiore vocazione per la ricerca e l'innovazione, per l'economia verde, occorrono imprese e reti di imprese capaci di incrociare meglio la domanda estera e non solo quella interna".

La Marini si è quindi soffermata su alcuni degli aspetti dell'economia umbra che occorre migliorare, a partire dalla struttura del mercato del lavoro che, se negli anni scorsi è cresciuta, lo ha fatto però favorendo una occupazione precaria che la crisi ha spazzato via, penalizzando così soprattutto giovani e donne: "È su questi segmenti del mercato del lavoro che dobbiamo ora intervenire, perché sono quelli che gli stessi economisti ci dicono essere quelli trainanti per la ripresa". Così come il sistema del credito deve saper superare la sua storica e cronica scarsa propensione al sostegno di attività produttive innovative.

"Insomma, attori pubblici e privati, tutti insieme - ha concluso Marini - dobbiamo cercare di trasformare quella 'medietà statica' del nostro sistema economico che emerge dal rapporto dell'Aur, in 'medietà dinamica', che sia oltretutto in grado anche di rafforzare la stessa coesione sociale che la crisi sta mettendo a rischio nella nostra regione e che deve invece tornare ad essere linfa vitale per il nostro sistema delle imprese, e quindi per la crescita di tutta l'economia umbra".


 

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