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No ai rifiuti bruciati nei cementifici, in Consiglio la proposta Umbria Rifiuti Zero entro il 2020

I consiglieri regionali Damiano Stufara (Rifondazione comunista – Fds) e Paolo Brutti (Italia dei valori) hanno presentato una mozione che propone la revisione del piano rifiuti

Entro il 2020 l'Umbria deve raggiungere l'obiettivo dei “rifiuti zero”, fissando una tappa intermedia nel raggiungimento del 65 per cento di raccolta differenziata entro il 2015 e massimizzando il recupero di “materie prime seconde” dai rifiuti.

E' la proposta dei consiglieri regionali Stufara e Brutti che hanno ricordayo che le direttive comunitarie in materia di rifiuti “prevedono una gerarchia di intervento basata su prevenzione e riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti; preparazione per il riutilizzo; recupero dei rifiuti mediante riciclo, reimpiego, o ogni altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie, ponendo la raccolta differenziata alla base della possibilità di recupero di materia dai rifiuti; recupero energetico e smaltimento, relegando dunque questa azione all’ultimo posto della gerarchia di azioni”.

I due consiglieri regionali ricordano che il Piano vigente “approvato prima del recepimento della gerarchia dei rifiuti specificata nella direttiva comunitaria, prevedeva tra l'altro il raggiungimento dell'obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata entro il 2012 e l'impiego, ai fini della chiusura del ciclo dei rifiuti, di due impianti di incenerimento dei rifiuti. Le criticità riscontrate nell'applicazione del Piano hanno portato all'abbandono del progetto di realizzazione di un nuovo inceneritore nel territorio dell'Ati 2 ed alla rinuncia, nel piano d'ambito dell'Ati 4, del ricorso all'impianto di incenerimento di Aria spa, mentre l'obiettivo del raggiungimento del 65 per cento di raccolta differenziata non risulta verosimilmente raggiungibile prima del 2015. Il Piano regionale – rimarcano Stufara e Brutti - risulta inoltre sovradimensionato rispetto alle stime della produzione annua di rifiuti, vista la riduzione del quantitativo annuo pro-capite di rifiuti dovuto alla crisi economica, delle iniziative volte alla riduzione 'a monte' della produzione di rifiuti ed alla diffusa individuazione di percorsi differenti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti di provenienza non domestica”.

Stufara e Brutti evidenziano poi l'avvenuta approvazione, circa un anno fa, del decreto  sull'utilizzo dei rifiuti quali “combustibili solidi secondari” (Css) rilevando che le disposizioni nazionali sarebbero in contrasto con le direttive comunitarie, che mirano invece “alla massimizzazione degli interventi per la riduzione dei rifiuti e per il loro riutilizzo, al riciclo ed al riuso. Gli stessi obiettivi in vista dei quali è stata avanzata la proposta della produzione di Css, ovvero la riduzione dei costi per lo smaltimento, l’esclusione, dallo stesso, dei materiali con più alto potere calorico, i ricavi derivanti dalla vendita del combustibile Css, - aggiungono - possono essere conseguiti più validamente attraverso il massimo recupero di materia, a valle di un impianto trattamento meccanico biologico (tmb) destinato a tale scopo. La materia prima seconda ottenuta da un impianto tmb con tali caratteristiche potrebbe esser valorizzata economicamente in misura maggiore rispetto al Css”.

Damiano Stufara e Paolo Brutti ribadiscono che “la Giunta comunale di Terni ha recentemente deliberato per l’adesione alla strategia 'Rifiuti Zero'” e che “è in continua crescita il numero delle realtà territoriali che hanno assunto il percorso per il conseguimento dell'obiettivo rifiuti zero alla data del 2020, attraverso la definizione di atti deliberativi e di concreti strumenti operativi volti a scoraggiare l’incremento dei rifiuti e lo smaltimento in discarica e volti a favorire anche la responsabilità estesa dei produttori con la quale coinvolgere fattivamente il mondo produttivo nell’assunzione di produzioni sempre più pulite ed in grado di incorporare i costi ambientali delle merci prodotte”.

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