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SPECIALE EUmbria - Made in Umbria o Fake made in Umbria? Coldiretti smaschera le imitazioni

Nello specifico la petizione si prefigge di rendere obbligatoria l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati in circolazione nell’Unione

"Macarò... m'hai provocato e io te distruggo, macaroni! I me te magno!” Cosi recitava Alberto Sordi in “ Un Americano a Roma”. L’Italia è da sempre patrimonio universale della buona cucina, ed il 2018 verrà anche ricordato per una particolare azione condotta in sua difesa, che ha coinvolto anche la nostra regione. Lo scorso 31 novembre e’infatti partita da Perugia la raccolta firme per la petizione “Mangia originale, smaschera il tuo cibo”, volta a chiedere a Bruxelles di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti europei. 

La raccolta, promossa da Coldiretti Giovani Impresa Umbria, si inserisce in un contesto più ampio: la possibilità che siano gli stessi cittadini a sottoporre proposte legislative alla Commissione europea attraverso l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), disciplinata dai Trattati istitutivi dell’Unione. L’etichettatura di origine obbligatoria degli alimenti è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2001, dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina. Da allora sono stati compiuti molti passi in avanti ma resta l’atteggiamento incerto e contraddittorio dell’Unione che, ad esempio, obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate.

Nello specifico la petizione si prefigge di rendere obbligatoria l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati in circolazione nell’Unione, chiedendo infine di migliorare la coerenza delle etichette inserendo informazioni circa la produzione e i metodi di trasformazione, al fine di garantire la trasparenza in tutta la catena alimentare. Nello specifico, la petizione tenta di migliorare gli effetti che saranno prodotti da un nuovo regolamento dell’Unione, in vigore dal 2020. Tale atto prevede, in linea generale, l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dell’ingrediente primario dell’alimento. 

L’obbligo tuttavia si impone solo se l’origine geografica dell’ingrediente primario risulta diversa da quella del prodotto finito. Nessun obbligo invece per le “indicazioni geografiche protette” (Dop e Igp) e per i “marchi registrati” che, a parole o con segnali grafici, riescono già ad indicare la provenienza del prodotto. Il regolamento in questione non sembra inoltre tenere in debito conto che, solitamente, l’origine del prodotto indica il paese in cui l’alimento ha subito l’ultima trasformazione sostanziale, potendo quindi non riferirsi effettivamente all’ingrediente primario. 

Ciò può essere sfruttato da quelle aziende estere che fanno del Made In Italy il proprio cavallo di battaglia, visto che avere un marchio registrato, ed es., con una bandiera tricolore o un richiamo al nostro Paese, consente di essere esentati dall’obbligo di indicare l’origine dell’ingrediente principale, molto spesso non italiano.

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