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"Perugina, i sindacati hanno perso l'ultimo briciolo di credibilità: 350 esuberi a Perugia"

Riceviamo e pubblichiamo la nota della presidente del Movimento di Perugia, Carla Spagnoli, sulla situazione alla Perugina e contro i sindacati

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I sindacati sulla Perugina hanno perso ogni residua credibilità e la loro faccia, se mai ne avessero avuta una! Ora “minacciano” Nestlè e paventano lo stato di agitazione, quando fino all’altro ieri “incensavano” la multinazionale e il suo Piano Industriale! Non ce le scordiamo le loro dichiarazioni: parlavano di «un nuovo percorso di sviluppo, in grado di rilanciare la Perugina come eccellenza in Italia e nel mondo», sbandieravano i 60 milioni d’investimenti come vessillo delle loro vittorie e c’è stato persino chi, nominando mia nonna Luisa, blaterava che il Piano Industriale «realizzava il sogno di Luisa Spagnoli»: quel sindacalista, prima di parlare, farebbe bene a pulirsi la bocca… In mezzo a questo “squillar di trombe” la Perugina veniva smantellata pezzo per pezzo: prima è toccato al comparto biscotti “Ore Liete”, ceduti al gruppo Tedesco Srl; poi è stata la volta del comparto caramelle, cedute alla piemontese FIDA S.p.A proprio nell’anniversario dei 90 anni delle “Rossana”! Nestlè ha anche ceduto tutto il comparto delle “Strenne”, impoverito la Confiserie, portato via macchinari da San Sisto sotto gli occhi dei sindacati e delle maestranze, disatteso le promesse sugli aumenti dei volumi produttivi e ha promosso l’uscita volontaria incentivata degli operai dall’azienda. Eppure non c’è mai stata una minaccia di sciopero o stato di agitazione, i  sindacati non hanno “fiatato” e anzi hanno appoggiato in maniera acritica e incosciente questa politica di smobilitazione, attaccando me e il Movimento per Perugia che fin dal primo giorno abbiamo espresso seri dubbi e riserve sul Piano Industriale! Mi hanno chiamata allarmista, disfattista, mi hanno accusato persino di divulgare “bufale”, offendendomi.

Un tal Vincenzo Sgalla, sindacalista “figlio d’arte”, mi accusava addirittura di «sputare sentenze sul piano industriale degli operai della Perugina» e mi invitava a rivitalizzare Città della Domenica, dimostrando una completa ignoranza sulla storia di Perugia e sulla realtà imprenditoriale, non sapendo che il bellissimo parco non è mai stato di mia proprietà… Ricordo che un certo Michele Greco della Flai-CGIL dichiarò in un articolo: «Se la Spagnoli ha la sfera magica, ci dica lei il futuro della fabbrica. Basta con i continui interventi a scapito del futuro dei lavoratori e dello stabilimento». Signor Greco, le sue parole, pronunciate nel novembre 2016, oggi si commentano da sole: eccolo il “futuro” della fabbrica! È quello che denuncio da più di tre anni con articoli e interviste, con dolore e disperazione per non essere stata ascoltata: “signori” sindacalisti, la “mia” Perugina, quella che crearono i miei bisnonni con lavoro e amore, oggi è ridotta a fabbrica non più dolciaria ma di solo cioccolato, impoverita nello stile e nella qualità e con la sola prospettiva di circa 350 esuberi che sembra l’ultima cifra di tale devastante passaggio storico! Temiamo, purtroppo, che non sarà l’ultimo.

Non era difficile da capire, signor Greco, ma voi forse eravate troppo galvanizzati dal far parte di una commissione bilaterale che avrebbe dovuto monitorare il rilancio del marchio e della fabbrica! Forse giocavate a fare i manager? Non sarebbe stato meglio, signori Greco e Turcheria, limitarvi a fare i sindacalisti, fedeli alla missione originaria di difendere i lavoratori e il lavoro? Quali erano gli interventi a discapito dei lavoratori e dello stabilimento? I miei o quelli dei sindacati, farneticanti e fuori dalla realtà? Andate a rileggere i miei articoli dal 2014 ad oggi, signori Greco, Sgalla e Turcheria… Indire lo stato di agitazione oggi è troppo tardi e di certo non salverà né l’azienda né i posti di lavoro né tantomeno salverà la vostra reputazione! Si può solo fare un tentativo di recupero, ma non può essere fatto sotto la fallimentare direzione dei sindacati! Ci vuole uno sforzo congiunto di tutte le forze politiche, locali e nazionali, senza distinzione di colore per portare questa vicenda a una soluzione: la soluzione è individuare imprenditori veri del settore alimentare che sappiano e vogliano davvero rilanciare il patrimonio Perugina.

Cari operai, la verità è che siete stati presi in giro dai sindacati che voi stessi pagate… Reagite, strappate le tessere, ritirate le deleghe, non permettete che continuino a prendersi gioco di voi! Quanto a voi sindacalisti, dovreste essere i primi a firmare per l’uscita volontaria dalla Perugina, dopo aver scritto la peggior pagina sulla storia del lavoro, della Perugina e dello stesso sindacato.

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