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Economia

Perugina, Nestlé conferma tutto: investimenti e la ricollocazione dei 340 dipendenti

La multinazionale: "Il riassetto organizzativo è fondamentale: Perugina continuerà a dare lavoro a 600 persone"

Si sono seduti al tavolo del Ministero per la vertenza Perugina, ringraziano “le Istituzioni presenti per l’approccio e la posizione costruttiva dimostrati durante l’incontro di questa mattina” e confermano con una nota ufficiale che “procede secondo i tempi stabiliti il piano industriale Nestlé per Perugina - 60 milioni di euro per ammodernare gli impianti produttivi, sostenere il marchio Perugina sul mercato domestico e sviluppare l’export - e il piano occupazionale che ne è parte integrante”.

Insomma, conferme. Su tutto. E c’è di più: “Sottolineando di aver sempre agito con trasparenza e senso di responsabilità nei confronti di lavoratori, sindacati, istituzioni, la delegazione Nestlé ha affermato che richiederà di poter riferire anche in Parlamento sul piano industriale e su tutti gli strumenti e incentivi messi in campo dall’azienda per trovare soluzioni per tutte le persone coinvolte dal cambiamento. L’audizione in Parlamento potrà essere l’occasione per fare piena chiarezza sul piano”.

E a proposito del piano, “l’azienda non intende fare alcun passo indietro rispetto agli accordi del piano industriale e del piano occupazionale sottoscritti nel 2016 con i sindacati. I 60 milioni messi a disposizione da Nestlé sono finalizzati alla valorizzazione del sito produttivo e delle sue produzioni di eccellenza”.

E il destino dei 340 sotto esubero? Ancora Nestlé: “Il riassetto organizzativo è necessario per garantire una produttività virtuosa e vincere così le sfide imposte già oggi dal mercato in veloce evoluzione e per assicurare il futuro allo stabilimento di San Sisto, in linea con gli esempi best in class del settore in Italia e in Europa. Nessun ridimensionamento industriale: il piano fotografa una situazione ben nota. Lo stabilimento di Perugia infatti ha usufruito per anni di ammortizzatori sociali che non saranno più disponibili dopo giugno 2018”.

Per questo, dice la multinazionale, “parlare di esuberi di organico come di un fenomeno nuovo e inaspettato è sbagliato e strumentale. Nestlé intende dare attuazione sin d’ora a quanto previsto dal piano occupazionale concordato un anno fa, per garantire la sostenibilità futura dello stabilimento di Perugia”.

Nestlé, prosegue la nota ufficiale, “raccogliendo l’invito delle Istituzioni, è disponibile da subito a riprendere la collaborazione con le organizzazioni sindacali per utilizzare al meglio l’anno che abbiamo a disposizione fino al termine della Cassa Integrazione, nell’interesse di tutti, per ricercare soluzioni occupazionali alternative per i lavoratori coinvolti e garantire la sostenibilità dello stabilimento perugino. Il piano prevede infatti l’offerta di diverse possibilità per favorire la ricollocazione professionale, tutte incentivate da Nestlé che ne sosterrà l’adesione volontaria. Si tratta di posizioni già immediatamente disponibili all’interno del sito di San Sisto con cambiamenti di mansioni o variazioni di orario, nuove e concrete opportunità professionali all’interno del Gruppo o all’esterno sul territorio, con l’obiettivo di offrire a tutti una possibilità di reimpiego. Nestlé ha già dato avvio ai percorsi formativi e di riqualificazione che coinvolgono a vario titolo i lavoratori, come previsto dall’accordo”.

Al termine del percorso, spiega Nestlé, “Perugina continuerà comunque a dare lavoro a oltre 600 persone, confermandosi secondo player del mercato del cioccolato in Italia per numero di occupati e San Sisto come lo stabilimento di Nestlé con il maggior numero di addetti nel nostro Paese”. Tutto confermato, insomma. Perché “i primi risultati sul mercato italiano, in particolare con il rilancio delle tavolette Tablò e dell’export di Baci Perugina, pralina ambasciatrice del Made in Italy prodotta esclusivamente a Perugia”. Conferme. Ma quanto sono dolci?

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