Sono Baci "amari". Lo sciopero-rivolta non spaventa Nestlè che non torna indietro e conferma il piano per San Sisto
A meno di 48 ore dallo sciopero "generale" e possiamo dire anche "cittadino" a difesa della Perugina di San Sisto, Nestlè ribadisce la propria linea prevista nel piano di rilancio del Bacio
A meno di 48 ore dallo sciopero "generale" e possiamo dire anche "cittadino" a difesa della Perugina di San Sisto, Nestlè non torna indietro sui suoi passi: oltre 300 tra esuberi e ricollocamenti. Come già ampiamente annunciato e come, approvato, secondo la multinazionale anche dai sindacati nel Piano di Rilancio del Bacio e degli altri prodotti made in Perugina. Giugno 2018 sarà la data oltre la quale non si intende andare avanti con l'attuale organigramma del personale. Tutto questo anche perchè non è più rinnovabile la cassa integrazione, partita dal 2014.
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"Il piano per lo sviluppo sostenibile di Perugina - si legge in una nota della Nestlè - affronta responsabilmente e per tempo la situazione preesistente degli esuberi, per i quali, dal 2014, è stata attivata la CIGS che non sarà più rinnovabile da giugno 2018. Il piano, di cui i sindacati sono a conoscenza avendolo firmato presso il Ministero del Lavoro, contiene il preciso impegno a ricollocare almeno il 70% degli esuberi presso aziende terze o presso altre Unità del Gruppo Nestlé in Italia".
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Nestlè ribadisce che il nuovo stabilimento di San Sisto, potenziato e modernizzato, a regime darà lavoro a oltre 600 persone - tagli confermati in toto - e resterà comunque "fra i maggiori player del mercato del cioccolato in Italia per numero di occupati e la fabbrica Nestlé con il maggior numero di addetti nel nostro Paese". Nestlè comunque chiede ai sindacati di tornare a collaborare "mettendo al centro gli interessi reali delle persone". Insomma divisioni confermate, esuberi pure, alla Perugina di San Sisto è notte fonda... per i lavoratori.