Perugina, licenziamenti di massa e assemblee in fabbrica: "Confermato lo stato di agitazione"
“Ad oggi, la Rsu dichiara il mantenimento dello stato di agitazione con il blocco degli straordinari e delle flessibilità”
Il tempo corre: poco più di 180 giorni. Sei mesi di tempo per riaprire un dialogo, ora inchiodato su posizioni nuragiche, e scacciare l’incubo dei 364 esuberi alla Perugina. A San Sisto, dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico del 27 settembre, si sono svolte le assemblee generali in fabbrica. “Nonostante l’apprezzamento per il richiamo fatto dal viceministro Bellanova – spiega la Rsu della Perugina - , a
Come a dire: nessuna certezza. “Ad oggi, la Rsu dichiara il mantenimento dello stato di agitazione con il blocco degli straordinari e delle flessibilità”. Ma la protesta, secondo i rappresentanti dei lavoratori, non è stata vana: “Quella di mercoledì 27
E ancora una volta, dai lavoratori, parte il grido rivolto verso Perugia: “Riteniamo che la vertenza Perugina si debba pertanto allargare a tutto il territorio e nel ribadire la centralità della Fabbrica per il sistema locale, chiediamo
E poi l’appello alla politica: “La politica e le Istituzioni devono farsi garanti delle persone che rappresentano, anche attraverso tutele legislative atte a frenare i casi come quello che avviene in Perugina, dove basta il cambio di un manager a livello mondiale per mettere in pericolo il futuro lavorativo di oltre 350 famiglie”. Perché, dicono c’è una sostanziale differenza: “Troppe volte assistiamo a scelte non dettate da una logica industriale, ma spinte da interessi che poco hanno a che fare con quello che per noi deve essere il caposaldo del sistema, ossia che è il lavoro a creare la ricchezza e non la finanza. Dobbiamo dire no alla logica del profitto a tutti i costi, della finanza prima della persona. Le logiche del mercato non possono prevalere sul destino di una fabbrica. Non possono esistere investimenti per licenziare. Diciamo no ai 364 esuberi”.