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L'allarme: "Stanno svendendo la Perugina, la Nestlé sta smobilitando tutto"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di allarme del Movimento per Perugia e della presidente Carla Spagnoli che riaccende i riflettori sulla Perugia ed evoca lo spettro della svendita dell'azienda e dello storico marchio

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di allarme del Movimento per Perugia e della presidente Carla Spagnoli che riaccende i riflettori sulla Perugia ed evoca lo spettro della svendita dell'azienda e dello storico marchio.

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"Che succede alla Perugina? Sullo storico marchio è calato nuovamente il silenzio, se si esclude un intervento tardivo e sporadico del sindacato che sembra non accorgersi della situazione sconcertante dell’azienda. Eppure nulla è cambiato, anzi sono sempre più evidenti le “prove tecniche di smobilitazione” da parte della Nestlè! I sindacati avevano convinto i lavoratori ad accettare i contratti di solidarietà per consentire all’azienda di riorganizzarsi… Ma di questa riorganizzazione non c’è traccia, semmai possiamo parlare di ridimensionamento della Perugina voluto dalla Nestlè. A pagare questa situazione sono soprattutto i lavoratori stagionali, costretti a subire la riduzione del tempo di lavoro (ci risulta che alcuni stagionali sono costretti a lavorare per due sole settimane!) e dell’indennità di disoccupazione. Gli stagionali sono già stati convocati in una riunione in cui è stata prospettata l'ulteriore riduzione della durata del contratto! Si dice anche che l'Azienda stia assottigliando il presidio medico interno: il tradizionale medico aziendale è stato eliminato e il servizio sarà svolto da una società esterna, ma non si sa bene quale sarà questo servizio.

E che dire del crollo dei volumi produttivi che quest’anno, per la prima volta nella storia della Perugina, scenderanno sotto le 25.000 tonnellate? Si parla addirittura di circa 23.000 tonnellate! Il timore, tra i dipendenti, è che tra un anno la Nestlè possa dare il benservito a centinaia di lavoratori considerati in esubero! Ci chiediamo: dove sono i sindacati? Perché non intervengono? Perché nessuno parla? Dove sono i politici e le istituzioni? L’azienda ha addirittura deciso di dismettere quest’anno la produzione delle storiche caramelle “Cinzia” che non verranno più prodotte, come già è avvenuto per il torrone “Nigro”, parliamo di due prodotti che da sempre hanno contraddistinto il marchio Perugina! La Nestlè sembra che stia volutamente impoverendo la Perugina e di sicuro l’azienda non sta lavorando a nuovi prodotti da lanciare sul mercato e da pubblicizzare… Le uniche novità proposte negli ultimi anni sono state le varianti del “Bacio”, come il “Bacio al latte”, che non ha incrementato i consumi ma ha solo compensato il calo del “Bacio Bianco”! Queste “non” politiche produttive e comunicative della multinazionale svizzera hanno avuto solo l’effetto di disorientare il consumatore.

Eppure basterebbe veramente poco per rilanciare la Perugina e tutti i suoi prodotti! Le rare volte in cui la Nestlè ha attuato sagge politiche pubblicitarie, gli effetti sul mercato sono stati evidenti: è bastata una scena dell’ultimo film di Paolo Sorrentino in cui compare la caramella “Rossana” per far riscoprire in Italia e nel mondo la famosissima caramella della Perugina. Un giapponese a Perugia, dopo aver visto il film, ne ha comprate addirittura 36 chili! L’immobilismo della Nestlè sta portando la Perugina a subire passivamente gli attacchi di marchi concorrenti come “Lindt” persino nel territorio umbro. Clienti come bar e pasticcerie vedono sempre più forte l’azione della concorrenza e molti rappresentanti sono passati dalla Perugina ai marchi concorrenti, portando con sé la loro clientela! Anche sullo stand “Perugina” all’Expo di Milano c’è da ridire: chi l’ha visto parla di un negozio modesto, in cui lo stile Perugina viene sminuito e mischiato con lo stile di altri marchi, a differenza del negozio “Lindt” caratterizzato dall’eleganza e dalla presenza del maitre-chocolatier.

La Perugina ha fatto in passato la sua fortuna e la sua storia legandosi strettamente a Perugia e scegliendo manager del territorio: da tempo non è più così! A gestire la Perugina ci sono manager stranieri carrieristi e mediocri che non portano esperienze innovative dentro l’azienda, che così si impoverisce anche di idee! Oggi allo stabilimento Perugina di San Sisto, in un periodo di crisi, tagli e costi contenuti, hanno pensato fosse di primaria importanza creare un nuovo parcheggio sradicando piante e alberi. Ci chiediamo: perché? Si aspettano qualche “visita” importante? Si dice che i cinesi vogliano mettere le mani su molti marchi storici dell’agroalimentare italiano: forse la Perugina rientra tra queste aziende…?"

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