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Altri guai per i cannabis shop: "Vendono anche ai minori, alimentano la cultura della droga"

Al Ministero, alle forze dell'ordine e ai prefetti inviata l'indagine del Moige: "Chiuderli subito"

Continua la campagna contro la commercializzazione della cannabis light. Dopo il monitoraggio dei negozi e dopo la decisione di controlli sulle sostanze messe in vendita - per verificare il valore reale del Thc che deve essere inferiore ad una certa soglia - da parte del Prefetto di Perugia, dopo l'informativa del Ministero degli Interni, ora scende in campo anche il Moige - Movimento Italiano Genitori - una delle associazioni più importanti e influenti del Paese.

Per il Moige la cannabis light alimenta la cultura della droga, dello sballo da qui la richiesta di chiusura di tutti  cannabis shop in Umbria e nel resto del Paese.  "La presenza di negozi aperti alla vendita di droga, inoltre, rappresenta un messaggio devastante per i nostri ragazzi, e vanifica decenni di attività di prevenzione contro la droga. Anche per questo siamo molto preoccupati e chiediamo al Governo di agire immediatamente per la chiusura dei cannabis shop, inasprire le pene contro gli spacciatori e convocare la Conferenza nazionale sulle droghe".

Il Movimento, con una sua ricerca sul campo, ha verificato quanto sia rispettato il divieto di vendita ai minori di 18 anni. "In una nostra recente indagine (Venduti ai minori, consultabile su www.moige.it) abbiamo rilevato quanto sia facile per il minore accedere alla “Cannabis light”, basti pensare che nel 72,2% dei casi i ragazzi dicono che non è stato chiesto loro un documento prima dell’acquisto della sostanza; e che nel 68% dei casi il rivenditore non si è rifiutato di vendere il prodotto nonostante fossero minorenni". 

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