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Lettera alla presidente Tesei | Coldiretti: "Economia agricola dell'Umbria compromessa: subito lo stato di emergenza"

La grave emergenza da coronavirus sta colpendo e compromettendo duramente il tessuto dell’economia agricola, tanto da portare Coldiretti Umbria a richiedere alla Regione di attivarsi per la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale

La grave emergenza da coronavirus sta colpendo e compromettendo duramente il tessuto dell’economia agricola, tanto da portare Coldiretti Umbria a richiedere alla Regione di attivarsi per la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale. Ecco la lettera inviata alla Presidente dell'Umbria e all'assessore regionale Ronerto Morroni.

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di Albano Agabiti presidente Coldiretti dell'Umbria
Alla luce della grave emergenza sanitaria da Covid-19 che sta mettendo in ginocchio in primis gli agriturismi e il settore vitivinicolo, oltre a quello del florovivaismo e della produzione di latte e carne ovicaprina, è evidente l’attuale stato di criticità che impone alla nostra Regione la dichiarazione di stato di calamità. Tale richiesta è motivata anche dalle numerose segnalazioni quotidiane di danno provenienti alla nostra Organizzazione agricola da parte di associati operanti nel comparto ricettivo ed agroalimentare.

Si rende quindi necessario attivare tutte le procedure utili volte a richiedere al Mipaaf il riconoscimento dello stato di calamità naturale, quanto meno, per il settore agrituristico, vitivinicolo, del florovivaismo e della produzione di latte e carne ovicaprina. Si tratta di una crisi senza precedenti con la contrazione dei mercati da un lato, e le disdette e mancate prenotazioni dall’altro, che sta non solo danneggiando l’intera annata in corso, ma pure mettendo a serio rischio la sopravvivenza futura delle imprese agricole umbre.

Occorrono quindi risorse finanziarie e liquidità per le imprese agricole, partendo proprio dagli allevatori ovicaprini, dagli imprenditori vitivinicoli e florovivaisti nonché dagli operatori agrituristici, a fronte delle ingenti perdite subite e degli sforzi messi in campo volti ad evitare la definitiva chiusura aziendale. Il settore agricolo e agroalimentare, compreso quello del turismo rurale ed enogastronomico - ricorda Agabiti - è uno dei comparti più conosciuti e amati a livello nazionale e internazionale e serve dunque il continuo impegno di tutti per cercare di farlo uscire da questa crisi senza precedenti.

Un settore che anche in questa situazione di emergenza potrebbe fare la differenza, grazie alla forza degli imprenditori che producono eccellenze uniche al mondo, di altissima qualità e che offrono servizi sempre più richiesti.

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