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"Se Nestlè si accontenta di una fabbrichetta del cioccolato da 600 lavoratori è grazie ai sindacalisti che prima firmano e poi urlano"

Riceviamo e pubblichiamo la dura analisi di Carla Spagnoli, la cui famiglia ha contribuito alla nascita della Perugina. La Spagnoli attacca e attribuisce colpe anche ai sindacati se è in atto lo smantellamento, a suo giudizio, dell'azienda che produce nel mondo il Bacio Perugina.

Riceviamo e pubblichiamo la dura analisi di Carla Spagnoli, la cui famiglia ha contribuito alla nascita della Perugina. La Spagnoli attacca e attribuisce colpe anche ai sindacati se è in atto lo smantellamento, a suo giudizio, dell'azienda che produce nel mondo il Bacio Perugina. 

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di Carlo Spagnoli * Presidente del Movimento per Perugia

Sulla Perugina i sindacati, dopo tutti i disastri commessi, hanno un nuovo leitmotiv: “All’incontro del 13 ottobre con Nestlè si dovrà parlare di lavoro e investimenti, non di esuberi, licenziamenti o ricollocazione”. ,,,,,,Bello slogan, non c’è dubbio, frase degna di un politico in campagna elettorale o di un abile venditore di pentole… Peccato che sulla parola “ricollocazione” proprio loro avevano apposto le loro firme, a pagina 3 e 4 dell’Accordo firmato con Nestlè il 07 aprile 2016! Se Nestlè oggi può permettersi di portare avanti lo smantellamento della Perugina, riducendola a “fabbrichetta” periferica di cioccolato da circa 600 lavoratori, è proprio grazie a questi sindacalisti che oggi “urlano”, fanno manifestazioni e scioperi di facciata e fanno finta di battere i pugni sul tavolo, quando fino a ieri elogiavano il Piano Industriale Nestlè e tacciavano con arroganza chi sollevava dei dubbi! 

Non a caso, Nestlè continua a dire che rispetta il Piano Industriale e non ha mai parlato di “licenziamenti” ma appunto di «ricollocazioni in altre aziende del gruppo Nestlè in Italia o in altre aziende del territorio umbro», parla di “esodi volontari” e di “percorsi formativi”, tutte opzioni previste esplicitamente nell’Accordo del 07 aprile 2016!!! È vero che è prevista la volontà del lavoratore nella ricollocazione esterna, ma se già i Sindacati fin da subito prevedono questa possibilità di ricollocazione, che è chiaramente in contrasto con le promesse di rilancio, e ci mettono pure le loro firme, perché poi si lamentano se una multinazionale come Nestlè la mette in pratica??? 

È a dir poco patetico il loro “arrampicarsi sugli specchi” quando affermano che di ricollocazioni si parla solo nell’ultima pagina dell’Accordo e che questa opzione era solo l’ultima ipotesi… Che raza di giustificazione è questa? Un accordo deve essere preso nella sua interezza, l’ultima pagina è importante tanto quanto la prima! Troppo facile prendere ciò che più vi fa comodo, signori sindacalisti… Le ricollocazioni sono un’ipotesi prevista nell’Accordo e voi lo avete permesso con le vostre firme, punto e basta! Ancora una volta, signori sindacalisti, fate la figura “barbina” di quelli che non hanno capito l’Accordo firmato, un accordo che non prevedeva solo 60 milioni di investimenti ma anche, e soprattutto, le ricollocazioni, frutto degli esuberi…

Ora è inutile “stracciarsi le vesti” e fare i “duri”, organizzando scioperi e manifestazioni di facciata o facendo finta di dettare voi gli argomenti dei prossimi incontri con Nestlè. Sulla manifestazione di sabato meglio stendere un velo pietoso: solamente un migliaio circa i partecipanti, nessuna proposta da parte dei sindacati, solo vuote parole, slogan e un gran “tripudio” di bandiere del PD e compagnia cantante di sinistra e bandiere rosse inneggianti a Che Guevara: chissà cosa penserebbe il Che di questi sindacalisti che sulla Perugina hanno scritto una delle pagine peggiori di storia del lavoro…. E meno male che i sindacati con l’evento volevano coinvolgere tutta la città: ma chi vi crede più!!! Avete chiuso la stalla quando i buoi sono scappati da un pezzo, e sotto i vostri occhi! Adesso aspettiamo “fiduciosi” (si fa per dire) l’incontro di venerdì tra Nestlè e sindacati, i cui incontri somigliano sempre più ad una partita di ping-pong o ad un dialogo tra sordi: che faranno i sindacati? Mostreranno le loro carte oppure, ancora una volta, la “butteranno in caciara” per far vedere che “lottano”…?
 

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