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L'INTERVENTO Carla Spagnoli: "Prove tecniche di delocalizzazione alla Perugina?

Riceviamo e pubblichiamo l'analisi personale sullo stato attuale della Perugina di San Sisto. Carla Spagnoli, movimento per Perugia, torna ad attaccare i vertici dell'azienda e le istituzioni che non starebbe dichiarando le proprie intenzioni sul futuro di questo simbolo di Perugia

Riceviamo e pubblichiamo l'analisi personale sullo stato attuale della Perugina di San Sisto. Carla Spagnoli, movimento per Perugia, torna ad attaccare i vertici dell'azienda e le istituzioni che non starebbe dichiarando le proprie intenzioni sul futuro di questo simbolo di Perugia.

di Carla Spagnoli* Presidente onoraria Movimento per perugia

Ritorniamo a parlare della vicenda Perugina-Nestlè... Le notizie che avevamo anticipato nei giorni scorsi sono state purtroppo confermate e a queste se ne sono aggiunte altre. Nonostante questo sia un periodo in cui la curva di produzione alla Perugina è sempre stata alta, considerate le festività natalizie, circa 200 lavoratori stagionali quest'anno non sono stati richiamati dalla Nestlè; inoltre l'azienda per la quarta volta ha fatto ricorso ai contratti di solidarietà per i lavoratori, dopo i continui ricorsi alla Cassa integrazione! La multinazionale svizzera continua a tacere.

Ma ormai sono evidenti le "prove tecniche di smobilitazione" dello stabilimento di San Sisto e la volontà di non investire più nel marchio Perugina: basti pensare che all'arrivo di Nestlè l'azienda poteva contare su ben tre stabilimenti dove lavoravano circa 3.000 persone, mentre oggi abbiamo solo uno stabilimento con 1.000 lavoratori che temono licenziamenti! Oggi la Perugina si regge solo grazie ai "Baci" e al fondente "Luisa" e non si vedono all'orizzonte prodotti alternativi in grado di costituire una storia analoga e di sostituirli.

E che dire degli investimenti (non) fatti dalla Nestlè per pubblicizzare i prodotti "Perugina"? L'ultima pubblicità promossa dalla Nestlè è stata quella del "Papiro Buitoni" mentre non c'è alcuna pubblicità per promuovere i "Baci" né in Italia né tantomeno all'estero dove in Francia, ad esempio, è stato commercializzato il "Bacio Lanvin" senza alcun riferimento alla Perugina o allo stabilimento di San Sisto... Non è un caso che i negozi, a partire da quelli di Perugia, nelle loro vetrine non espongono più i "Baci" o altri prodotti della Perugina ma prodotti della concorrenza! Lo stesso negozio "Perugina" del centro storico di Perugia non è più rappresentativo del marchio in quanto vecchio e incapace di attirare curiosi e clienti. Che cos'è questa se non una smobilitazione?

Oggi la Perugina è retta da manager stranieri che stanno al massimo 5 anni e che non hanno a cuore la storia e le sorti dell'azienda e nemmeno la conoscono: l'ultimo amministratore delegato di Nestlè Italia è un polacco che, incontrato da me all'inaugurazione della mostra del "Bacio Perugina" a Roma, non sapeva nemmeno chi fosse Luisa Spagnoli, mia bisnonna, fondatrice e anima della Perugina! La Nestlè è stata in grado negli anni di sminuire marchi che hanno fatto la storia dell'industria italiana come Motta, Buitoni e come la nostra Perugina, tutti marchi che i vertici della Nestlè non hanno valorizzato! Anche i sindacati hanno le loro gravi responsabilità nella crisi della Perugina: oggi i sindacalisti alzano la voce e propongono presunte "strategie di rilancio", ma la crisi della Perugina ebbe inizio quando ai tempi i sindacati costrinsero Bruno Buitoni ad assumere ben 400 stagionali per evitare scioperi e boicottaggi... Gli stagionali sono sempre stati un obiettivo dei sindacati perché garantiscono voti elettorali!

Per anni i sindacati hanno fatto il bello e il cattivo tempo dentro la Perugina, tenendo in ostaggio l'azienda e talvolta boicottando persino i prodotti Perugina! Cari sindacati, solo oggi tirate fuori l'idea della produzione del caffè? Solo oggi scoprite che lo stabilimento di San Sisto è in smobilitazione e che i volumi produttivi sono crollati da anni? La verità è che le strategie di un marchio importante come Perugina e di uno stabilimento fondamentale per il territorio come quello di San Sisto non possono essere demandate a "trovate" sindacali ma a dei Piani di lungo periodo che ci si aspetterebbero da una multinazionale di rispetto.

Non servono gli spot per il rilancio della nostra Perugina ma serve un imprenditore vero che ci metta passione e che sappia come gestire l'azienda e i suoi lavoratori! Le istituzioni, nel frattempo, continuano a stare in silenzio mentre Perugia sta perdendo tutto: la Perugina, il marchio più famoso e importante della città, la Grifo Latte e l'Università per Stranieri, visto che mandiamo gli studenti stranieri iscritti a Perugia a studiare in altre città! Cari Marini, Mismetti e Romizi, è inutile che le istituzioni che voi rappresentate intervengano solo a cose fatte: perché nessuno di voi ha fin qui detto
una sola parola sulla vicenda?

Perché nessuno chiede alla Nestlè quali siano le sue reali intenzioni per il futuro? In attesa di risposte noi continueremo a vigilare sulla vicenda e a denunciare come abbiamo sempre fatto...

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