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Economia

Gesenu è salva: c'è liquidità, zero esuberi e fuga dai clienti cattivi pagatori

Questa mattina si è riunita in Sala delle Commissioni, a Palazzo dei Priori, la II Commissione Bilancio presieduta da Francesco Vignaroli. All'esame l'odg presentato dalla consigliera M5s Rosetti "Gesenu SPA - Percorso di ristrutturazione aziendale". Le relazioni dei vertici dell'azienda

Gesenu è salva. E con l'azienda anche i posti di lavoro. Cancellati tutti gli spettri che portavano ad ipotizzare degli esuberi. Un po' di soldi incassa sono entrati - consentendo un minimo di liquidità - e grazie ai primi effetti della riorganizzazione aziendale si è incassata una cifra vicina a quei 5milioni di euro che il passato Cda voleva ottenere tramite prestito ponte dai soci pubblici e privati. Al momento però i 70milioni di crediti - da incassare per i servizi resi a Napoli, Sicilia e Africa - restano congelati e questo provoca la mancanza di investimenti futuri importanti. 

Per evitare ulteriori problemi di cassa Gesenu ha avviato l'exit strategy per fuggire dall'Egitto dove i pagamenti non arrivano e se arrivano sono briciole rispetto al totale dovuto. C'è un nuovo appalto che fa ben sperare: in Sardegna sottoscritto un servizio urbano da 250milioni di euro e storicamente i clienti serviti sono buoni pagatori e c'è massima attenzione per il business sul riciclo dei rifiuti. 

Il quadro 2015 sulla Gesenu emerge dalla commissione comunale bilancio del Comune di Perugia dove si è discusso l'ordine del giorno del Movimento 5 Stelle sulla ristrutturazione aziendale. Le relazioni sono state affidate al presidente Marconi e il direttore Bersiani. "Le strategie del presente non corrispondono a quelle del passato, rispetto a situazioni come l’Egitto stiamo adottando una exit strategy e ci focalizzeranno su territori a noi più vicini": ha spiegato il presidente Marconi. 

Il Direttore finanziario, Bersiani ha riassunto i tre prioritari passaggi economico-finanziario alla base del piano industriale: 1) risorse finanziarie date, quindi nessun ulteriore apporto finanziario da parte dei soci, ma stabilizzazione e riequilibrio finanziario dell'azienda; 2) nessun esubero di personale; 3) sopravvivenza a lungo termine, cioè investimenti e sperimentazione.

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle ha riassunto tutte le criticità dell'azienda a cui bisogna dare comunque risposte concrete e certe. Al primo posto la situazione debitoria di Gesenu, che avendo stipulato convenzioni fuori della Regione Umbria, ha contratto crediti non riscossi per un ammontare complessivo di oltre 70 milioni di euro, tra Sicilia, Napoli ed Egitto creando quella crisi di liquidità che aveva indotto il precedente Presidente, Dott. Ventanni, a chiedere ai soci un prestito ponte di almeno 5 milioni di euro in attesa dello sblocco dei crediti immobilizzati. 

Un altro punto dolente è il passaggio dalla “tariffa” Tarsu, al “tributo” TIA, su cui il Collegio dei Revisori, nella Relazione al bilancio di esercizio 2013, ha evidenziato come “dal considerare la Tia come un vero e proprio tributo, consegue che questa risulta incompatibile con una concessione del servizio. Pertanto, il carico della morosità è stato accollato in pieno dal Comune per un importo di 3.293.291,00 che pertanto andavano rimborsati a Gesenu. 

Gesenu inoltre, per il Movimento 5 Stelle, non ha realizzato gli obiettivi minimi di raccolta differenziata previsti dalla legge con la conseguenza di conferimenti in discarica oltre i limiti di legge, e con grave danno ambientale ed economico per i cittadini sulle cui tariffe viene scaricata la c.d. ecotassa. Senza contare la prospettata riduzione delle quote spettanti al Comune di Perugia - attualmente 45% - che ne comprometterebbe il potere contrattuale.

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